Che cos’è Gladio, l’organizzazione segreta collegata alla morte di Ilaria Alpi? Lo scopriremo nello Speciale di Chi l’ha visto? in onda stasera, 21 marzo, su Rai Due. In base ai dati ufficiali sembra che sia stato Giulio Andreotti durante i suoi anni di governo a richiedere lo smantellamento di strutture clandestine come Stay Behind. Si tratta di una rete che collega la CIA al SIFAR, il servizio segreto italiano, un accordo siglato nel ’56 e che prevedeva esercitazioni, addestramenti e istruzioni utili in caso di invasione da parte di una potenza straniera. In base a questo particolare, Gladio sarebbe dovuto entrare in scena in caso di invasioni da parte dell’Unione Sovietica in territori dell’Europa occidentale, ovvero tutti quelli che rientrano nel Patto di Varsavia. Eppure le cose sarebbero andate in modo diverso, scrive Il Fatto Quotidiano. La rete Stay Behind infatti viene attivata e lasciata libera di operare, ancora prima che la causa scatenante, ovvero l’invasione, venga messa in atto. Nel patto firmato a metà degli anni Cinquanta si parla inoltre della clandestinità dell’organizzazione, proprio per via della natura stessa di Gladio: operare al di là delle istituzioni italiane sotto precisi ordini della CIA.
Gladio: L’organizzazione segreta collegata alla morte di Ilaria Alpi
Gladio
nasce all’indomani dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Si vuole contrastare la possibile invasione militare di Paesi stranieri, mantenere intatta l’entità della Repubblica italiana. 622 cittadini italiani che figureranno all’interno della relazione inviata a Giulio Andreotti nel ’91, legata alla volontà di riconoscere il valore civile e militare dell’organizzazione. Attività partigiana, dicono i membri di Gladio, che hanno sempre visto nelle loro azioni un collegamento a tutti coloro che hanno combattuto durante la Resistenza italiana. “Animati dallo stesso spirito di combattere per la liberazione della Patria”, cita il disegno di legge che mira a riconoscere Gladio e le organizzazioni di Stay Behind in generale come un’associazione di combattenti e d’arma a favore della difesa nazionale. Guidata per dodici anni dal generale Paolo Inzerilli, non capisce ancora oggi come mai il servizio dei cittadini di Gladio non siamai stato riconosciuto fino ad oggi. Uno dei primi a chiedere l’intervento dello Stato è Francesco Cossiga, seguito da diversi esponenti della politica italiana. Richieste tuttavia cadute nel vuoto. , dice Inzerilli ad Adnkronos.