Giuseppe Povia ha voluto ancora una volta a Ciao Darwin 2019 stendere una mano verso il Gay Pride: “Noi non condanniamo il sentimento, tutti hanno il diritto di amare“. Quello che il Family Day cerca un po’ di mettere in discussione è la formazione di una famiglia che deve essere quella naturale e cioè formata da mamma, papà e figli. Una cosa che però dall’altra parte non gradiscono Vladimir Luxuria e i suoi ragazzi perché specificano che la famiglia c’è dove c’è amore. Povia è sembrato molto più frenato di quanto ci si potesse aspettare, cercando di far anche capire che la posizione degli altri rimane comunque comprensibile e non criticata in toto. Questo è uno splendido messaggio che manda il Family Day di fronte a diverse situazioni di apertura a 360° e con la voglia di essere moderni anche nel rispetto della tradizione. (agg. di Matteo Fantozzi)



“Difendere l’ovvio è diventato strano”

Giuseppe Povia lancia il suo messaggio nella puntata di Ciao Darwin 2019 dove difende i colori del Family Day. Quando Paolo Bonolis gli chiede il perché di questo suo schieramento, lui spiega: “Difendere l’ovvio è diventato un po’ strano ormai. Difendo la famiglia naturale, non quella tradizionale e religiosa. Tutte le teste del mondo sono frutto dell’incontro tra un uomo e una donna. Potrebbe sembrare una cosa retrograda e da Medioevo, ma è così da sempre. Scelgo una canzone di un autore bravo e un po’ sottovalutata che parla di bambini che sono la traccia provata che esistiamo. Saluto Vladimir Luxuria che si è messa sempre in gioco e che io difendo”. Povia poi fa partire alcuni dei suoi che cantano appunto “I bambini fanno oh”, la canzone con la quale proprio lui molti anni fa si era lanciato fuori concorso al Festival di Sanremo. (agg. di Matteo Fantozzi)



Quante polemiche in passato

Giuseppe Povia sarà presente come capitano del Family Day stasera a Ciao Darwin, un personaggio da cui le polemiche non si sono mai allontanate. Questo perché il cantautore ha sempre deciso di confrontarsi con argomenti molto caldi. Se il suo debutto al Festival di Sanremo, fuori concorso, con “I bambini fanno oh” aveva stupito tutti, il bis con “Vorrei avere il becco” aveva addirittura vinto la kermesse della musica italiana. Da quel momento però qualcosa si è rotto, soprattutto dopo l’uscita della canzone “Luca era gay” anche questa portata al Teatro Ariston. Un brano che lo aveva visto raccontare la storia di un ragazzo pronto a cambiare il suo orientamento sessuale durante la maturazione. Una storia controversa che ha portato all’accusa di essere omofobo, a più riprese smentita dall’artista. Altre polemiche sono sorte quando a Sanremo ha portato “La verità” raccontando la storia di Luana Englaro e appoggiando senza mezzi termini l’eutanasia come metodo per vivere una nuova vita. Da quel momento Povia è un po’ sparito dal mondo della musica italiana, iniziando ad autoprodursi e dedicandosi per un periodo a una musica di critica politica. Tra i brani che hanno creato altra discussione ci sono “Era meglio Berlusconi” e “Chi comanda il mondo”. (agg. di Matteo Fantozzi)

“Mi immagino Luxuria cantare Luca era gay”

Giuseppe Povia, cantante italiano noto per brani quali Luca era gay e Vorrei avere il becco, sarà protagonista della prossima puntata di Ciao Darwin – Terre Desolate. Il programma, condotto da Paolo Bonolis, andrà in onda venerdì 22 marzo su Canale 5. La sfida du questa settimana vedrà fronteggiarsi le compagnie del Family Day, capitanata proprio da Povia, e del Gay Pride, guidata da Vladimir Luxuria. La scelta di avere questi due personaggi rientra in un tentativo, da parte di Bonolis, di affrontare un tema scottante con la solita vena giocosa e ironica che lo contraddistingue. La puntata, come al solito, vedrà una serie di personaggi facenti parte delle due squadre che si confronteranno in sfide semiserie, il tutto condito dai simpatici siparietti di Paolo e Luca Laurenti, ormai da anni al suo fianco e membro imprescindibile di una coppia che, insieme, fa faville di ascolti televisivi. Riuscirà la presenza di Povia e Vladimir Luxuria, già protagonisti di qualche polemica, a vincere la guerra con la concomitante Corrida di Carlo Conti?

Giuseppe Povia e la polemica con Luxuria

Tra Giuseppe Povia e Vladimir Luxuria non c’è mai stata una bella amicizia. Anzi, la Luxuria è stata una delle prime ad attaccare senza pietà la canzone Luca era gay, presentata al Festival di Sanremo 2009 e, contrariamente al parere di Vladimir, apprezzata a tal punto da piazzarsi seconda. All’epoca la Luxuria aveva gridato all’omofobia e, nell’attaccare l’autore della canzone, era finito nel turbinio della rabbia di Vladimir anche Paolo Bonolis, all’epoca direttore artistico del Festival. “A questo punto ad essere offesi non sono solo i gay, ma tutti gli italiani, che con le loro orecchie hanno potuto valutare il livello della canzone di Povia”, aveva affermato Vladimir in riferimento alla vittoria, da parte di Povia, del Premio Mogol. I rancori si sono trascinati fino al 2014, quando a prendere la parola fu il cantante, probabilmente anche per smorzare un po’ i toni e per sdrammatizzare sull’accaduto. “Luxuria non ci crede ma a me sta simpatico da morire. Mi piace il suo spirito combattente anche se tutti quanti dovremmo dedicare più tempo a noi stessi. Mi immagino Luxy sotto la doccia che canta Luca era gay di nascosto e pensa a me”, ha affermato Giuseppe. Chissà se la partecipazione simultanea a Ciao Darwin addolcirà i toni di questa lunghissima polemica.

Giuseppe Povia: “La fede mi ha salvato”

Giuseppe Povia di certo non voleva offendere nessuno con le sue canzoni. Anzi, il cantante non ha mai negato di scriverle con l’intenzione di portare la gente a riflettere sulla vita, sull’amore, sui sogni. I suoi intenti, almeno a suo dire, sono sempre mossi dalla buona fede e, più in generale, dalla fede intesa in senso propriamente religioso. “Quando hai fede, capisci di essere un uomo piccolo ed insicuro e ti lasci guidare completamente da Lui. La figura di Gesù, nel corso nel tempo, ha avuto differenti interpretazioni che possono avere portato anche molte persone ad allontanarsi dalla chiesa. Ma lì sta il vero lavoro dei sacerdoti: ci sono alcuni che ti prendono, che sanno ascoltarti, comprenderti, e che sanno davvero avvicinarti a Dio”, ha dichiarato Giuseppe. Per lui la fede ha rappresentato una vera e propria via d’uscita da amicizie sbagliate, da errori di gioventù che l’avevano portato in un brutto giro. Ha sofferto tanto, il Povia che qualcuno prende in giro definendo prive di spessore le sue canzoni, ed è stata proprio la musica a salvarlo. La musica e la fede, quella fede che gli ha permesso davvero di dare una svolta alla sua esistenza.