Per la pagina dedicata alla cronaca, Mara Venier accoglie nel suo salotto di Domenica In Rita Lanzon, che ricorda i primi incontri tra sua figlia, Federica De Luca, e Luigi Alfarano, l’uomo che le ha tolto la vita, uccidendo anche il loro bambino. “Era elegante, gentilissimo, ma a pelle, quando dopo un po’ di tempo cominciarono a frequentarsi, io, da mamma, sentivo che qualcosa non andava. Non ho mai capito il perché. Speravo in cuor mio che finisse, ma non potevo dire nulla perché lui era gentile, cortese, si presentava bene”. Nel salotto di Mara Venier anche le parole di Enzo De Luca, padre della vittima, che rivela: “Io non vivo, io sopravvivo. Manca, il vuoto è immenso. Io le scrissi che le avrei tenuto per sempre la mano, ma non perché lei avesse bisogno di me, ma perché io avevo bisogno di lei”. Nel salotto di Mara Venier, Rita Lanzon ripercorre inoltre quel maledetto giorno in cui sua figlia è stata uccisa: “Ho provato a chiamarla al telefono e non mi rispondeva. Era strano, conoscevo mia figlia e nel mio cuore cercavo di mandare via il pensiero brutto, ma non era da Federica comportarsi così, era puntuale”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
“Mia figlia massacrata…”
Rita Lanzon, la mamma di Federica De Luca torna in tv per raccontare la terribile storie della figlia. Per l’occasione lo fa nello spazio speciale, dedicato alle storie di donne, condotto da Mara Venier all’interno di “Domenica In“. La donna è pronta a ripercorrere la terribile vicenda della figlia Federica e del nipote Andrea uccisi nel 2016 a Taranto per mano da Luigi Alfarano, 50 anni, impiegato dell’Ant. L’uomo prima ha ucciso la moglie Federica, poi ha sparato un colpo di pistola al figlio Andrea di soli 4 anni. Poi ha deciso di togliersi la vita. Una storia terribile, l’ennesimo caso di una tragedia familiare che Rita Lanzon però vuole continuare a raccontare. Per questo motivo la donna in questi giorni ha deciso di scendere per le vie di Taranto con una fiaccolata silenziosa in cui ha mostrato il volto tumefatto della figlia.
Rita Lanzon: “Se avete un mostro accanto, scappate subito”
Rita Lanzon, la mamma di Federica De Luca, continua a far sentire la sua voce. Proprio in questi giorni a Taranto ha voluto mostrare il volto della figlia massacrato per mano del compagno. A Repubblica la donna ha raccontato: “È stata una decisione sofferta, ma vogliamo che queste cose non accadano più“. Dietro la decisione di mostrare pubblicamente il volto della figlia massacrato di botte, la donna ha spiegato di averlo fatto per dare un segnale a tutte le donne vittime di violenza: “se avete un mostro accanto, scappate subito“. La donna è consapevole di una cosa: “questa volta è successo a noi, alla nostra unica figlia e a nostro nipote. Ma ora basta: Federica era una ragazza forte, lo facciamo anche e soprattutto in suo nome questa battaglia, so che avrebbe voluto così“. Per questo motivo dopo la morte della figlia ha deciso di aiutare tutte le donne che per paura non denunciano.
Continua la battaglia per Federica
Anche se l’assassino di Federica e Andrea è morto, Rita Lanzon ha deciso di continuare la sua battaglia contro quegli uomini che picchiano le donne e si macchiano di crimini terribili per poi uscire dopo qualche anno. “Quello che è successo a me a Enzo, mio marito, è più grande di ogni cosa. Non si può pensare che uomini che commettono tali reati, dopo qualche anno, siano liberi” ha dichiarato la donna. Poi Rita Lanzon ricostruisce a Repubblica cosa è davvero successo quel terribile giorno: “Federica è stata massacrata di botte. Mio nipote ucciso con un colpo di pistola alla testa, siamo stati noi a trovarlo ormai privo di vita“. La donna precisa di essere sempre stata presente nella vita della figlia e in particolare racconta di non aver percepito alcun tipo di problema tra la figlia Federica e il marito Luigi. Anzi “Luigi non sembrava un uomo aggressivo, ma molto chiuso questo sì: un aspetto del suo carattere che, forse, ho sottovalutato. Federica era molto innamorata” ha raccontato a Repubblica. A distanza di due anni dalla morte della figlia, la donna ha deciso di impegnarsi attivamente con l’Avo, l’associazione Volontari ospedalieri. Un impegno che l’ha portata a conoscenza di tante storie di donne che arrivano in ospedale in condizioni terribili dopo essere state picchiate dai loro compagni. A tutte queste donne e non solo, rivolge un accorato appello: “vi prego, denunciate, ribellatevi“.