Lilli Gruber è stata una delle ospiti più attese della puntata di “Domenica In” di Mara Venier. La giornalista e conduttrice televisiva ha chiacchierato con la zia Mara parlando della sua vita lavorativa, ma anche di quella privata. Dai primi anni in Rai fino al grande successo che l’hanno vista diventare uno dei volti più amati e seguiti del giornalismo italiano. Non solo giornalista, visto che Lilli è anche una bravissima scrittrice. Proprio in questi giorni, infatti, ha pubblicato un nuovo libro dal titolo “Inganno”, un romanzo che le ha permesso anche di parlare della sua famiglia a cui è molto legata. In particolare della mamma Herlinde Deutsch a cui è molto legata e sui cui ha detto: “sono molto legata, è da sempre molto aperta”. In particolare la giornalista ha ricordato un particolare: “Una volta ho ascoltato una sua conversazione a casa di mia nonna ho sentito mia madre dire: “Questa stupidaggine che le ragazze devono arrivare vergini al matrimonio…”. La giornalista ha poi raccontato le tre foto del cuore: la prima è con i fratelli, la seconda con la cara mamma e la terza con il marito Jacques Charmelot. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



“SIAMO POCO CONSAPEVOLI DEI RISCHI CHE CORRIAMO NEL PERDERE QUESTA DEMOCRAZIA”

Lilli Gruber difende a spada tratta l’Europa, lasciando nel salotto di Domenica In il suo appello al pubblico di Rai 1: “Sono madrelingua tedesco, due lingue di lavoro: italiano e inglese, ho sposato un francese, sono una cittadina europea – dice l’ospite di Mara Venier – È importante difendere la nostra Europa, andiamo a votare alle europee, votiamo per sostenere l’Europa”. Secondo la nota giornalista di La 7, infatti, oggi si tende a dimenticare ciò che l’ingresso in Europa ha significato per il nostro paese, ma “i giovani, per fortuna, questa generazione Erasmus, sanno bene cosa voglia dire vivere in una continente in cui c’è pace, benessere e in cui si rispettala democrazia”. Oggi, conferma invece la Gruber nel salotto di Mara Venier, “siamo poco consapevoli dei rischi che corriamo nel perdere questa democrazia”, di conseguenza ha rinnovato il suo appello al pubblico in ascolto: Difendiamo quello che abbiamo costruito”. (agg. di Fabiola Iuliano)



“RITORNARE A CASA È UNA GRANDE EMOZIONE”

A Domenica In spazio a Lilli Gruber, che fa il suo ingresso in studio accolta dal caloroso benvenuto di di Mara Venier. “Ritornare a casa è una grande emozione, grazie per l’invito, sono felice di essere qui con te e sono felice che tu sia tornata a Domenica In”, dice la giornalista ricambiando l’elogio della padrona di casa e confermando il suo sostegno totale al mondo femminile. “Credo nelle donne da tanti anni, credo che noi done dovremmo essere più coraggiose, rischiare un po’ di più, prendere ciò che ci è dovuto e non aspettare che qualche maschio ce lo concede”. L’ospite parla inoltre del suo addio alla Rai, rivelando che “è stata una scelta sofferta”. “Si dice che la Rai è una grande mamma, ma è un po’ l’Italia in miniatura, ciò che succede nel paese – conferma la Gruber – sono nata in Rai, mi è dispiaciuto, ma penso che nella vita bisogna fare delle scelte, sopratutto le donne, quando hanno il coraggio di scegliere vincono. Scegliere ci consente di metterci alla prova, conoscere situazioni, persone nuove, ma anche competere con gli uomini alla pari”. (agg. di Fabiola Iuliano)



“HO PASSATO IN RAI PIÙ DI 20 ANNI”

Lilli Gruber torna sull’ammiraglia Rai come ospite di Domenica In a dieci anni dal suo addio alla tv di stato. Ad accoglierla nel suo salotto, l’ex esiliata Mara Venier, che sembra avere in comune con la nota conduttrice di Otto e mezzo molto più di ciò che appare. Entrambe, infatti, qualche anno fa hanno detto addio alla Rai, la prima per rientrare qualche tempo dopo in pompa magna con un programma che sembra nato per lei, l’altra per confermare il suo straordinario talento a La 7, dove da circa dieci anni conduce con successo Otto e mezzo. “Ho passato più di 20 anni in Rai dando il massimo e nelle posizioni apicali non sono mai arrivata. Lì era evidente che a contare fossero altre cose: l’appartenenza politica, le fazioni”, ha ricordato la giornalista in una recente intervista concessa al settimanale F.

LILLI GRUBER, “A OTTO E MEZZO ABBIAMO POCHI POLITICI”

Protagonista nella fascia che precede la prima serata di La 7, Lilli Gruber ha parlato del suo Otto e mezzo, un programma che continua a collezionare un successo dopo l’altro, complice anche i temi politici: “Avendo una politica così fantasiosa e così ricca di spunti quotidiani non ci annoiamo mai e abbiamo sempre buoni motivi per approfondire, per criticare, per sollecitare”, ha rivelato la giornalista a a Deejay Chiama Italia. “La cosa curiosa – continua al Gruber – è che abbiamo pochi politici quest’anno. Anche perché le seconde linee non le voglio, non mi interessano; le primissime linee sono dappertutto: Salvini, Di Maio. E quindi quest’anno utilizzo molto di più giornalisti esperti in alcuni settori, esperti, commentatori, competenti”. Una scelta, conferma la conduttrice, legata soprattutto all’attuale periodo storico e alla necessità di correre ai ripari: “Siamo travolti dalla propaganda, da quando la politica è diventata comunicazione il rischio di una propaganda permanente è dietro l’angolo”.

INGANNO È IL TERZO ROMANZO DELLA SUA TRILOGIA

A Domenica In si parlerà di Inganno, il terzo libro che Lilli Gruber ha dedicato alla sua famiglia e al Sud Tirolo, dopo ‘Eredità’ e ‘Tempesta’. “Parte dal dopoguerra, del periodo precedente mi sono occupata con Tempesta. Inganno È il terzo della trilogia sulla mia famiglia”, ha rivelato la giornalista a Deejay Chiama Italia, “si parte sempre dal Sud Tirolo, in questo caso fine anni cinquanta, sessanta, gli anni delle bombe in Alto Adige, e come sempre questo piccolo fazzoletto di terra apre una finestra sull’Italia, sull’Europa e sul resto del mondo”. “Andando a scavare negli archivi – ha ammesso inoltre la Gruber – uno in particolare, quello di un uomo cruciale dei servizi segreti italiani Russomanno (Silvano, ndr) che non è stato aperto ai giornalisti, ho scoperto cose che non sapevo nemmeno io del Sud Tirolo. In quegli anni l’occidente era convinto che i sovietici ci avrebbero invaso e le due fonti di accesso erano il Friuli Venezia Giulia, ma soprattutto la frontiera del Brennero. L’Austria era diventato un paese neutrale”.