A Domenica in spazio a Roberto Capucci, stilista italiano tra i più amati nel mondo. “Sono entrato nella moda nella maniera sbagliata, mi piaceva fare i vestiti ma mi interessava fare altro, creare delle forme con i vestiti”, racconta l’artista, che oggi ha lasciatole passerelle per esporre soprattutto nei musei. “Preferisco più le mostre nei musei che le sfilate, perché nelle sfilate tu inviti 200 persone, 250, l’élite che arriva e viene, mentre nelle mostre può venire chi vuole”. La sua straordinaria carriera e la sua capacità di creare sono racchiuse nel libro di Gian Luca Bauzano, dal titolo “Lo scultore della seta, il sublime nella moda”. “Ho cercato di trasmettere lo stupore che trasmettono le sue creazioni”, rivela lo scrittore nel salotto di Marta Venier, mi ha affascinato la sua caparbietà, il suo essere volitivo, riuscire ad anticipare”. Per lo stilista, inoltre, arriva una sorpresa: nello studio di Mara Venier fa il suo ingresso una delle sue muse: Rajna Kabaivanska. “Il nostro è stato un connubio stupendo”, ricorda lo stilista. (Agg. di Fabiola Iuliano)
Lo scultore della seta
Roberto Capucci è uno degli ospiti della nuovissima puntata di “Domenica In“, il salotto televisivo condotto con grande successo da Mara Venier. Questa settimana in studio ci sarà lo scultore della seta, un grande maestro della moda italiana che con i suoi abiti ha vestito il Premio Nobel Rita Levi Montalcini. Una vita dedita al lavoro quella di Roberto Capucci che sulla società moderna non ha alcun dubbio: “siamo circondati di volgarità. In Italia c’è volgarità anche nella politica, e pensare che dovrebbero dare l’esempio! E allora io dico che bisogna isolarsi, stare con poche persone belle, buone, intelligenti”. Con queste parole lo stilista si è raccontato in una lunghissima intervista esclusiva rilasciata a Quotidiano.net.
Roberto Capucci: “non guardo le sfilate”
Considerato il re indiscusso degli abiti-scultura, Roberto Capucci recentemente è stato protagonista nell’Andito degli Angioini di Palazzo Pitti con la mostra “Capucci Dionisiaco” fortemente voluta da Eike Schmidt, il direttore delle Gallerie degli Uffizi. Una mostra bellissima definita da Caterina Napoleone, storica d’arte e amica di Roberto, come un corteo camaleontico. Sulla mostra lo stilista ha dichiarato: “Sono felice che mi abbiano paragonato a Dioniso la cosa mi diverte”. Poi precisa: “Non volevo fare concorrenza alle sfilate maschili, per carità, volevo solo mostrare il mio ideale d’uomo. Che in questo caso vive sul palcoscenico immaginario della mia fantasia”. Doverosi i ringraziamenti a chi ha permesso tutto ciò: “E sono grato a Eike Schmidt di aver ideato questa mostra che per me chiude il mio ciclo fiorentino, iniziato con quella lontana sfilata in Sala Bianca e in questa Firenze che mi ha scoperto e consacrato”.
“Firenze mi ha creato, le devo tutto”
Roberto Capucci da diversi anni ha deciso di lasciare il mondo della moda. “Non sono pentito” racconta a il Quotidiano.net rivelando di non seguire le sfilate di moda. Poi lo stilista parla di Firenze, la città a cui deve tutto; una città che l’ha creato e cullato. Parlando di Firenze, l’artista ricorda un particolare momento della sua vita, quando Emilio Schubert disse: “quel “ragazzino” non doveva sfilare. Ero disperato ma Bista Giorgini mi disse: Capucci guardi, nella vita si rimedia tutto! E allora mi intervistò Oriana Fallaci e si accesero i riflettori sul mio lavoro”. L’artista oggi vive a Roma dove ha il suo atelier di moda, ma dovendo scegliere tra la città eterna, Milano e Roma non ha alcun dubbio: “Roma è troppo cialtrona, Milano troppo modaiola, meglio Firenze”.