Paolo Ruffini e Lillo hanno presentato a Domenica In il loro ultimo film dal titolo “Modalità aereo”. L’ingresso dei due attori nello studio di Mara Venier, però, non è di certo passato inosservato, dal momento che la conduttrice, visibilmente spaventata da loro arrivo, ha esordito urlando un sonoro “Vaffa…”. A riportare il sereno dopo la gaffe, la reazione di Paolo Ruffini, che con l’uscita di scena momentanea della conduttrice ha preso in mano la diretta del cruciverbone con aria disinvolta. Poi, tornato il sereno, la promozione del loro ultimo film, in questi giorni nelle sale italiane. “Parla del fatto che quando siamo felici siamo off line, siamo in modalità aereo. La regia è di Fausto Brizzi […] un bellissimo cast che fa ridere. Andateci a vedere”. Prima di lasciare lo studio, per lui il perdono della padrona di casa: “Ci salutiamo, mi hai fatto prendere una paura, mi hai fatto prendere un colpo. Sei scusato”. (Agg. di Fabiola Iuliano)



Il nuovo film

Paolo Ruffini e Lillo (di Lillo & Greg) sono i protagonisti di Modalità aereo, il nuovo film di Fausto Brizzi al cinema dal 21 febbraio 2019. Entrambi ospiti di Domenica in, saranno al centro di una simpatica gag che coinvolgerà la stessa Mara Venier. La commedia vuol dire questo: gli amici si vedono nel momento del bisogno. È un po’ la morale della storia, la storia “di un uomo di grande successo che perde il telefono e ritrova la vita”. Lo stesso Ruffini lo spiega al Corriere dello Sport: “Nella misura in cui perdi qualcosa, trovi inevitabilmente qualcos’altro”. Nel caso di Diego, il suo personaggio, questo “qualcos’altro” è l’affettività. “È un film gentile”, prosegue Ruffini, “oggi la gentilezza è qualcosa di ‘strano’, inusuale. Delle brave persone si dice sempre ‘non bestemmia, non ruba, non arriva tardi’. Sì, ma è bravo? La gentilezza, la semplicità nelle relazioni, l’abbiamo persa”.



Paolo Ruffini e Lillo a Domenica in: Modalità aereo è il loro nuovo film

Nel film si perde un cellulare, che è un po’ come perdere “tutto”: “Se nella realtà succedesse qualcosa del genere, non so come farei. Io i miei numeri non me li ricordo. Il pin del bancomat… ma anche il numero della mia fidanzata” Paolo Ruffini usa una bella metafora: “Il cellulare ci ha resettato la memoria”. Come se le macchine fossimo noi; più opportunamente, dovremmo dire “siamo un tutt’uno”. “Abbiamo perso l’abitudine di chiedere informazioni. Un tempo, agli appuntamenti, non avevi mai la certezza che l’altro arrivasse. Per non parlare delle telefonate: non c’è più bisogno di dire ‘quando arrivi chiama’. Basta inviare la posizione”. Niente caccia alle streghe, però: l’intento del film non è quello di demonizzare la tecnologia. “Come tutte le nuove scoperte”, chiarisce l’attore, “va solo saputa gestire”.



Il ruolo di Violante Placido

Tra un WhatsApp e l’altro c’è tempo anche per i flirt. “A un certo punto m’innamoro di questa hostess. Si chiama Placido, una ragazzina”. L’“attrice emergente”, come la descrive Paolo, è proprio Violante Placido. “Ci ho già lavorato a teatro”, ricorda. “Anche lì, il nostro mestiere è cambiato. Non si applaude più perché in mano si ha il telefono. Le luci non si spengono mai”. E non sono nemmeno le uniche differenze: “È cambiata la confidenza che le persone hanno con me. Faccio ‘sto lavoro da 15 anni, ma negli ultimi tempi è diverso”. Tutta colpa dei social: “Quando guardi le Instagram Stories, magari stai in bagno, mi vedi a questa di stanza, a un palmo dal naso. O si vive così o si vive di divismo”. Non è un caso che Checco Zalone, per fare un esempio, ci abbia rinunciato. “Detto questo, seguitemi su Instagram. Ciò pure il verificato!”.