L’esibizione di Nino D’Angelo e Livio Cori nella puntata di Domenica In dedicata al Festival di Sanremo 2019 è stata segnata da numerosi intoppi. L’audio a disposizione della regia era infatti diverso da quello programmato e più volte, sul punto di esibirsi, i due cantanti si sono dovuti fermare. Un problema al quale la regia non è riuscita a rimediare neanche con la pubblicità, dopo la quale Mara Venier ha confermato: “Non possono cantare”. “È un problema di base, si è affrettato a chiarire Livio Cori. Ma a scatenare l’ironia in studio è l’intervento di Nino D’Angelo, determinato a snocciolare tutte le questioni che negli ultimi sei giorni hanno resole sue esibizioni sempre più difficoltose: “Voi continuate a fare lo spettacolo, noi andiamo a comprare un cd e lo mettiamo […] Già abbiamo fatto un Sanremo di notte, poi io a mezzanotte avevo la pilloletta della pressione, l’ho dovuta spostare”. (Agg. di Fabiola Iuliano)
“Ci SARÀ UN PROSIEGUO”
Nino D’Angelo è tornato in gara a Sanremo 2019 con il giovane Livio Cori con “Un’altra luce“, un brano dedicato alla città di Napoli. Ecco cosa ha raccontato il cantautore napoletano ad askanews: “Con me non è mai mancata Napoli a Sanremo. Ho sempre cantato la mia lingua, ne sono fiero. E Livio segue le mie stesse orme. Ci sarà un proseguo sicuro”. Parole chiare quelle di Nino che lasciano presagire una futura collaborazione col rapper napoletano con cui ha condiviso il palcoscenico del Teatro Ariston di Sanremo. “Sto camminando su una strada che Nino ha già asfaltato tempo fa” precisa Livio Cori, orgoglioso di poter vivere questa avventura con una delle voci più amate di Napoli. Una voce del popolo che parlando del Sud ha detto: “Il Sud è una terra difficile, dove ci mancano tante cose ma non ci mancano i sentimenti e i valori, abbiamo la fortuna di avere dei valori grossi e li dobbiamo sostenere sempre. Io sostengo sempre le cose del Sud, è la mia terra. Anche per questo sono fiero di portare la mia tenacia e napoletaneità qui”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
NINO D’ANGELO A SANREMO 2019
Non c’è niente da fare, e ormai la sorte di Nino D’Angelo e Livio Cori a Sanremo 2019 sembra segnata. Pare infatti improbabile che i due cantanti napoletani possano ribaltare una posizione di classifica che in entrambe le serate in cui si sono esibiti, la prima e la terza, li ha sempre visti in zona rossa, l’ultima, quella di chi è in fondo. Peccato. Evidentemente Un’altra luce è un brano che pubblico di casa, critici e quant’altro non riescono a capire. Troppo difficile per Sanremo evidentemente, la bella dedica alla città di Napoli del veterano Nino D’Angelo e del rapper Livio Cori, il cui pezzo supera ogni standard e si propone come una delicata dedica dai sapori mediterranei, popolari, poetici. Forse Nino D’Angelo non è simpatico ai signori critici, e certamente l’audience di massa lo considera un relitto del passato. Almeno Livio Cori avrebbe dovuto suscitare qualche simpatia, visto che non è proprio l’ultimo venuto, uno in grado di comporre il brano colonna sonora della serie tv Gomorra, Surat e anche recitare dignitosamente nel ruolo di O Selfie, membro della gang dei Telebani. Uno nato nei Quartieri Spagnoli, impegnato nella scena rap napoletana, probabilmente la migliore in Italia, almeno i votanti campani avrebbe dovuto convincerli. E invece no.
IL MISTERO LIBERATO
Qualcuno sostiene che Livio Cori è il famigerato rapper Liberato, quello che non ha mai lasciato si vedesse il suo volto, che si aggira misteriosamente senza identità. La voce ha iniziato a circolare un anno fa, quando qualcuno aveva lasciato intendere che l’identità del cantautore misterioso sarebbe stata svelata durante la terza stagione della serie ispirata al libro di Roberto Saviano. Ma se di Liberato non se ne sono viste le tracce, è comparso Cori e questo ha destato più di un sospetto. Il mistero si è infittito quando prima delle conferme dei partecipanti, si diceva che Nino D’Angelo si sarebbe esibito con Liberato e poi invece è apparso Livio Cori. Ma lui ha smentito: “Stimo il progetto Liberato, è una bella cosa, stanno spaccando tutto, è un orgoglio per Napoli, però siamo due cose diverse. Io ho il mio progetto, lui ha il suo. Non mi piace questa cosa: se vi piace Liberato seguite la sua pagina, supportatelo. Supportate anche la mia pagina, ma ricordatevi che siamo due cose diverse”, ha detto lui alla stampa. “State certi che se pure lo fossi, non ve lo direi”.
L’EREDE DI NINO D’ANGELO?
Una frase quest’ultima che ha rilanciato i sospetti. E poi ci si è messo anche Nino D’Angelo che ha definito Liberato il suo erede: “Io giocavo con il suono degli anni Ottanta, pop, lui con quello dei suoi tempi: rap, trap, latin urban, house. Potrei dire che io mi nascondevo sotto il caschetto biondo come lui sotto il cappuccio, ma non è vero, lui non deve combattere contro i pregiudizi che ho subito io, Napoli, e l’Italia l’hanno accolto subito, non l’hanno trattato come un fenomeno di serie B, se non peggio, e ne sono contento”.
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