Ospiti a Domenica in speciale Sanremo 2019, The Zen Circus parlano della loro esperienza nella kermesse, rivelando di aver deciso di partecipare per un motivo in particolare: “siamo venuti qui per farci un regalo a vent’anni dall’inizio della nostra carriera – spiega la band – ci corteggiavamo da un paio d’anni. Siamo arrivati alla fine provati, ma c’è da dire che siamo andati a letto alle 10 di mattina”. La loro esperienza sanremese racchiude però un piccolo proposito: “Siamo arrivati qua per salire sul palco ma non solo per noi, per tutte le decine di ragazzi che vengono nei palazzetti, ma non hanno un riferimento in televisione […] qui – continua la band rivolgendosi al pubblico dell’Ariston – volevamo portare questo testo, la canzone e tutti i ragazzi che ci seguono”. E il risaluto è più che soddisfacente: “il bilancio è molto più buono di quello che immaginavo, ha superato le aspettative anche da parte del cast, che è già vario e rappresentativo di quello che c’è in Italia”. (Agg. di Fabiola Iuliano)



L’ENTUSIASMO A SANREMO

The Zen Circus

sono tra i 24 big in gara a Sanremo 2019. “L’amore è una dittatura” è il pezzo presentato in gara dal gruppo che, per la loro prima volta sul palcoscenico dell’Ariston, hanno optato per un brano complesso e profondo. “Sinceramente è bellissima Sanremo, essere qui e vedere il mare in questo clima incredibile questa è una cosa bellissima” racconta il frontman della band durante un’intervista rilasciata a Rolling Stone. Sulle previsioni di un possibile vincitore, il frontman ha le idee chiare: “Motta, Achille Lauro e Simone Cristicchi” e non nasconde che la vittoria del suo gruppo a Sanremo è una cosa possibile solo in un futuro dispotico. La band, infatti, non rientra tra i favoriti alla vittoria finale, anche se il loro brano è stato molto apprezzato sia dalla sala stampa che dalla giuria di esperti. Chissà che le votazioni della serata finale non possano regalare sorprese alla band indie rock. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



ZEN CIRCUS CON L’AMORE E’ UNA DITTATURA A SANREMO 2019

Un passo avanti non da poco quello degli Zen Circus. Dopo il disastroso risultato della prima serata di Sanremo 2019 con “L’amore è una dittatura” che li aveva confinati in zona rossa, l’ultima alla terza serata passano in zona gialla, che non è quella blu dei favoriti alla vittoria finale, ma può essere trampolino di lancio verso un buon piazzamento finale. E’ infatti difficile, ma non è detto, che una proposta musicale come la loro possa imporsi a Sanremo neanche tra i primi tre, però sembra che inizi a piacere. Tutto dipende naturalmente da come si muove il pubblico durante la singola serata. In molti si sono chiesti chi erano e cosa significano gli sbandieratori che appaiono nel finale della canzone, in una intervista a Rolling Stone lo ha spiegato lo stesso Appino, il cantante: “Il ritmo (del brano) è assolutamente marziale, ci sono i rullanti da marcia militare e così ci siamo detti: perché non portiamo quelli che Piero Pelù ha definito i Blackblock dell’amore? Volevamo portarci una milizia e le bandiere nere e rosse. In realtà, se ci fai caso, sopra le bandiere ci sono un emoticon felice e uno triste, un omaggio alle maschere del teatro greco ma nell’era dell’emoticon”. Nella terza serata però gli Zen hanno fatto a meno di loro, e le critiche positive sono salite, quasi tutti i media hanno applaudito la loro performance giudicandola nettamente migliore della prima. Vedremo questa sera a che livello arriveranno.



LE AVVENTURE DEGLI ZEN CIRCUS OLTRE SANREMO 2019

Sono dei veri rocker, gli Zen Circus. Di Brunir che ha dettato con loro ieri sera dicono che aveva aperto un loro concerto anni fa, come hanno fatto quasi tutti gli indie esordienti, dicono, perché aprire agli Zen Circus era considerato il passo necessario per fare conoscere dal pubblico. Suonare a Sanremo con una orchestra di 55 elementi, dice ancora Appino, “è fighissimo”. Prima di entrare in scena, ha detto ancora a Rolling Stone, ha celebrato un rito propiziatorio: “mentre aspettavamo nella red room, mi sono isolato con le mie cuffie che eliminano i suoni dell’esterno e mi sono messo a cantare come un pazzo, mi guardavano tutti un po’ perplessi. Poi incredibilmente sono salito sul palco con una tranquillità totale e mi sono concentrato sull’idea che mi trovavo in un club piccolino”. Non disdegna avventure da vero rocker, Appino, eppure pensavamo che episodi maschilisti come quelli delle groupie fossero finiti: “Incontro una ragazza a un concerto, la seguo in macchina fino al suo paese che era a un’ora di distanza dal luogo dell’evento. Mi assumo la responsabilità e decido che il giorno dopo avrei raggiunto gli Zen in treno il giorno dopo. Passo la notte con lei e quando arrivo al dunque inizia a suonare in continuazione il suo telefono. Non smette più, finché fuori la porta di casa si sente qualcuno urlare. Era il suo fidanzato furente. Mi vesto e scappo su un divano a dormire. La mattina dopo mi sveglio e conosco sua madre, e capisco che mi piaceva molto di più la madre. Ci provo come un matto ma non ci riesco e mentre prendo il treno per tornare un numero sconosciuto mi chiama. Qualcuno mi chiede scusa per avermi rovinato la serata ieri, era il fidanzato della groupie”.

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