Claudia Koll si presenta in studio a Domenica In tornando dopo tempo sulle scene nel giorno di Pasqua. A Mara Venier racconta: “Sto bene. Vengo da Roma, ieri sera ho partecipato alla Veglia di Pasqua“. Sembra timida e risponde a tratti, forse un po’ ferma di fronte al non essere più abituata al mondo dello spettacolo: “Cosa si fa? Si leggono le scritture dell’Antico Testamento e si torna a parlare della Santa Pasqua“. Mara poi arriva con la domanda fatidica sull’addio al mondo della televisione: “Mi sono divertita a fare Sanremo con ironia. Era un mondo che conoscevo in quel momento. Quando si è trattato di scegliere cosa fare dopo il Festival, scelsi il teatro e lavorai con Ardenzi per tanti anni. La mia dimensione è sempre stata quella ancora prima del cinema“. Spiega poi quanto ha lavorato prima di decidere di cambiare tutto nel 2000: “Da cosa è partita la svolta? Non lo so dire. Quando feci Valeria medico legale mi feci delle domande visto che avevo a che fare con la morte. Mi parlavano di reincarnazione, anche se io vengo da una famiglia cristiana cattolica. C’era dentro di me una ricerca di senso. Credo di essere stata afferrata da Dio, è lui che fa il primo passo“. (agg. di Matteo Fantozzi)
L’ADDIO AL MONDO DELLO SPETTACOLO
L’attrice Claudia Koll (al secolo Claudia Maria Rosaria Colacione), oggi missionaria laica, sarà ospite della trasmissione Domenica In, questo pomeriggio su Raiuno, durante la quale si racconterà alla padrona di casa Mara Venier. La Koll, ormai da anni, ha abbandonato il patinato mondo della fiction e della televisione in generale, per intraprendere un percorso molto più intimo e profondo, nato da una sua esigenza personale ma soprattutto da una sua conversione, avvenuta ormai quasi 20 anni fa. Un percorso iniziato con una frase, pronunciata mentre era sul set di una serie tv dalla sua coach ma che per Claudia fu illuminante: “Se non c’è verità nella tua vita, come ci può essere nel tuo mestiere?”. Il segno profondo che qualcosa nella sua vita non andava, lo avvertì proprio nel suo lavoro quando, come previsto dal ruolo che avrebbe dovuto interpretare, non riusciva a piangere sul set. Un blocco di fronte al quale non riuscì a fornire una soluzione neppure il tanto studiato metodo Stanislavskij. Da quel momento, Claudia Koll iniziò a guardarsi dentro decidendo di iniziare un percorso che la portò, nel 2000, a varcare la Porta Santa. Il passo successivo fu rappresentato dall’aiuto verso un giovane malato di Aids in un centro Caritas. In Claudia, dunque, poco alla volta riaffiorò la fede cattolica alla quale fece ritorno dopo circa 20 anni.
CLAUDIA KOLL E L’INCONTRO CON IL “DIAVOLO”
Oggi Claudia Koll prosegue nel suo impegno come missionaria laica prestando il suo aiuto prezioso ai poveri e nelle missioni. Ma il suo percorso di conversione è stato anche segnato da numerose prove, come ha dichiarato la stessa attrice nel corso di un incontro avvenuto nella chiesa degli Scolopi a Ovada (Alessandria), nel gennaio 2018 e riportato da La Stampa: “Allora non ero ancora tornata alla fede cattolica, ero immersa nelle dottrine new age. Mi metto in contatto con lo spirito di quella che dice di essere una famosa attrice morta del passato. Ma durante una telefonata un po’ burrascosa con la mia agente di allora scopro l’atroce verità. Dopo la telefonata la voce mi dice: “Hai sbagliato: non l’hai odiata!”. E come potevo odiarla? Le volevo un gran bene!”, ha raccontato la Koll. Ebbene, a suo dire l’entità che le parlava le disse “di essere la morte, ma so che si tratta del diavolo!”. La sua reazione fu immediata e resa possibile dopo la visione del film L’Esorcista che lei ricordava bene: “prendo un crocifisso che tenevo in casa, recito il Padre Nostro, Dio mi soccorre e la voce diabolica se ne va”.
CLAUDIA KOLL, “LA MIA CONVERSIONE? NON FU UN’ILLUMINAZIONE”
“Non è stata una illuminazione”: così Claudia Koll raccontava in una intervista a Domenica Live l’inizio della sua conversione. Tutto però ebbe inizio con il “passaggio dalla Porta Santa a San Pietro”. Prima del suo avvicinamento potente alla fede, l’attrice non era una cristiana praticante nonostante venisse da una famiglia molto cattolica. “Da quel momento ho cominciato a ripensare alla mia vita, soprattutto alla gestione del cuore, che sentivo indurito. Il Signore ha iniziato a mostrarmi i miei limiti e ad obbligarmi a pensare”, aggiunse. Una conversione, la sua, che divenne poi una guida ed un punto di riferimento per la sua stessa famiglia. Proprio nei confronti dei genitori la Koll dichiarò di aver provato molta rabbia per essere stata in parte abbandonata (fu allevata dalla nonna poichè dopo la nascita la madre fu costretta a rimanere a lungo ricoverata in ospedale). “Con la conversione, non lo sono più, e penso invece a quanto deve aver sofferto mia mamma in ospedale”, ha commentato molti anni dopo.