Guardia Perticara è uno dei finalisti de Il borgo dei borghi, programma in onda su Rai Tre oggi 3 novembre. Vicoletti che si inerpicano insinuandosi tra le resistenti case in pietra che si accalcano le une sulle altre, caratterizzano uno dei più borghi di tutta la Basilicata. La storia ci narra che questo borgo ha antiche origini addirittura risalenti alla prima età del ferro. Sono le prove archeologiche emerse durante delle ricerche nella località di San Vito alla scoperta dei primi abitanti di questo territorio: gli Enotri. Gli archeologi hanno recuperato interi corredi tombali datati V secolo a.C. che hanno confermato questo dato di fatto, così come è nota l’influenza greca-ortodossa risalente al X secolo. La piccola Guardia Perticara patisce l’arrivo dei Saraceni, dal momento che il borgo viene da loro distrutto.
Guardia Perticara, Il borgo dei borghi 2018: la chiesa madre di San Niccolò Magno
I visitatori che hanno modo di addentrarsi all’interno di Guardia Perticara, protagonista a Il borgo dei borghi, maturano l’idea di non volersene andare via tanto è rara l’atmosfera che si respira ammirando le piccole case in pietra, i bei palazzi antichi e quelle scale che ripidamente uniscono il centro di Guardia Perticara con il castello che sovrasta tutta la valle del Sauro. Molto pittoresca è anche l’antica via dei Carbonari (oggi via Armando Diaz) dove si possono ammirare delle costruzioni decorate finemente con pietre lavorate artigianalmente e ricche di volte fatte in mattoni rossi. I portali che si ammirano in via Diaz, gli stemmi, i rosoni e i bassorilievi sono tutti elementi che devono essere considerati come degli ulteriori valori aggiunti ad una bellezza che già il solo impianto urbano può esibire. Il borgo conserva anche uno straordinario patrimonio sacro attraverso la cinquecentesca chiesa di Sant’Antonio , legata alla storia del principe di Brindisi Ascanio Cataldi che la fece costruire per rispettare un voto fatto in occasione del rapimento del figlio che fu poi ritrovato a Guardia Perticara. All’interno della chiesa, oltre ad una lapide che ricorda la famiglia Cataldi, è possibile ammirare tele di Guarnacci, dell’Immacolata e di un altro autore ignoto. Da non perdere anche la chiesa di Santa Maria di Sauro e la chiesa madre di San Niccolò Magno, meritevoli entrambe di essere conosciute.