Juan Guaidó, il presidente incaricato del Venezuela, ha spiegato a “Le Iene” che ci sono tre ipotesi per uscire dalla crisi: elezioni, una transizione o una presa di potere con la forza. La situazione però è tutt’altro che di facile risoluzione: «Riconosciamo che c’è il rischio che la situazione si aggravi», ha dichiarato nell’intervista rilasciata ai microfoni del programma di Italia 1, che lo ha paragonato (ma solo fisicamente) a Barack Obama e lo ha sottoposto anche a dei test per capire quanto ne sappia del nostro Paese… «Qui esiste una dittatura che assassina, perseguita e incarcera», dice parlando dello scontro con Maduro. Ma se è un dittatore, perché lui non è in carcere? «Abbiamo un grandissimo appoggio popolare, inoltre abbiamo il sostegno di più di 60 Paesi del mondo e il regime è molto debole ora», questa la risposta di Guaidó a “Le Iene”. Comunque non intende accettare alcun intervento militare da altri Paesi: «Qui è un problema di umanità e diritti fondamentali. Non permetteremo nessun tipo di intervento». Riguardo l’appoggio di Salvini, che però è vicino a Putin, il presidente incaricato del Venezuela ha spiegato: «Naturalmente la Russia ha degli interessi in Venezuela, proprio come la Cina. Quindi se Salvini è amico di Putin, penso che gli abbia detto anche queste cose».



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VENEZUELA, GUAIDÒ: “M5S NON SA COSA SUCCEDE QUI”

Juan Guaidò in una lunga intervista a Le Iene Show parla della situazione del Venezuela e si rivolge direttamente a quel MoVimento 5 Stelle che in più di un’occasione è sembrato strizzare l’occhio a Nicolas Maduro piuttosto che all’opposizione sostenuta dall’intero Occidente. Guaidò, che si autodefinisce “presidente incaricato”, ai microfoni di Italia Uno ha spiegato:”Voglio pensare che i Cinque Stelle non sappiano cosa succede qui. Visto che si parla di mancanza di conoscenza, basterebbe alzare il telefono e parlare con noi, cioè la maggioranza che rappresenta il Venezuela e così ad esempio scoprirebbero che il mio partito è iscritto all’Internazionale Socialista”. Guaidò sembra avere le idee chiare sul processo che il Paese dovrà affrontare e per questo dice di volere “organizzare elezioni trasparenti e costituzionali nella maniera più rapida possibile. Perché oggi in Venezuela vige la dittatura. Qui esiste una dittatura che assassina, perseguita e incarcera”



GUAIDO’ “SIAMO MAGGIORANZA”

Nell’intervista concessa a Le Iene Show, Juan Guaidò ha parlato anche delle “cicatrici sul collo, sulle spalle, sulla vita” che si è procurato per i proiettili di gomma che lo hanno raggiunto durante le manifestazioni di piazza avversate dal governo Maduro. Il presidente ad interim del Venezuela, per quanto possa contare sul sostegno di Donald Trump si sente di escludere l’opzione di un intervento militare americano:”Non permetteremmo nessun intervento, discorso diverso è cercare cooperazione internazionale”. Per uscire dalla crisi secondo Guaidò “ci sono tre opzioni: un’elezione, o una transizione come è già successo nel 1958 in Venezuela, in Cile e anche in altri Paesi dell’America Latina o una presa di potere con la forza! Per esempio, un golpe militare interno. Le forze armate sono stufe e schifate da Maduro, loro soffrono tanto quanto noi la mancanza di luce, medicine e cibo”.