Giacomo Celentano, figlio del grande Adriano, torna a parlare, in collegamento con gli studi di “Storie Italiane”, programma di Rai Uno. Il 53enne figlio maschio del “Molleggiato” si era già recato presso gli studi dello show condotto da Eleonora Daniele, per denunciare la discriminazione nei suoi confronti per via della sua nota fede nella religione cattolica. Giacomo Celentano è infatti fortemente credente e praticante, e prima di sposarsi con la sua attuale compagna di vita, Katia, aveva praticato un periodo di castità durante il fidanzamento. Ed oggi Celentano junior e sua moglie sono tornati proprio sulla questione della castità. «Siamo sposati da 17 anni, con 5 di fidanzamento», dice Katia. «Il mio percorso di fede – prende la parola Giacomo – è arrivato dopo che mi ero ammalato di un’insufficienza respiratoria grave che mi aveva praticamente lasciato da solo. Il Signore, e lo dico a posteriori, ha creato attorno a me terra bruciata perché ha capito che era l’unico modo perché io potessi rivolgermi a lui, come io ho fatto».



GIACOMO CELENTANO E KATIA A STORIE ITALIANE

«Il messaggio che ho imparato – prosegue nel suo racconto – è che Gesù è il vero medico del corpo e dell’anima. Dico questo perché io sono stato guarito grazie ad una grazia del Signore Gesù e questa cosa ha rafforzato ancora di più la mia fede in Dio. Era stata una guarigione spirituale ma anche fisica, i medici mi dicevano che non avevo nulla ma io dentro stavo male, e sono guarito solo grazie alla fede». Durante quel periodo di malattia Celentano Junior si è sentito lontano anche dalla famiglia, che non riusciva a comprendere il suo malessere: «Si è creata un’incomprensione, per quello che ti ho detto che son rimasto solo, ma questo era lo scopo di Dio». Dopo essere guarito comunque Giacomo è tornato in buoni rapporti con mamma e papà: «Quando sono guarito ci siamo capiti e i rapporti sono tornati al vecchio amore famigliare». Secondo la moglie Katia, l’isolamento è stato provocato anche dallo stesso Celentano junior: «Quando hai delle patologie come l’ansia – spiega – a volte si tende ad isolarsi a chiudersi, quindi non è facile sia per chi soffre, sia per le persone che ti circondano e che non sanno cosa fare».

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