Lei sta a Benigni come Beatrice a Dante. Nicoletta Braschi è la musa ispiratrice dell’attore, regista e sceneggiatore, premio Oscar, italiano. Il loro amore scoppiò negli anni Ottanta quando Nicoletta si trasferì a Roma: “Aveva 28 anni ed era già amatissimo da tutti. – raccontò l’attrice – Ci presentarono amici comuni e fin dai primi giorni cominciò un lavorio ininterrotto di costruzione, un’intesa che sarebbe sfociata nel nostro lavoro comune. Roberto era ed è un grande maestro. Da allora ci siamo nutriti delle stesse cose. Veniva a prendermi all’Accademia e andavamo al cinema quasi tutti i giorni; quando si riusciva a teatro. Ci passavamo i libri. Leggemmo tutti quelli che Borges sceglieva per la collana FMR. Adoravamo Isaac Bashevis Singer”. Nicoletta e Roberto iniziano così la loro storia d’amore. Quella lontana da copioni, cineprese e set. Una storia d’amore dove si trovava lo stesso amore per la cultura e per l’arte. (Agg. Camilla Catalano)
DOPO LA TRILOGIA, LA VITA E’ BELLA
Nicoletta Braschi oltre ad essere la moglie di Roberto Benigni, è anche una grande attrice. Lo scorso anno, è stata anche la presidentessa di giuria del ValdarnoCinema Film Festival 2018. Durante l’incontro con il pubblico, ha avuto modo di parlare anche del marito, conosciuto negli anni ’80: “Avevo cominciato da poco l’accademia e con lui condividevo la passione per i film, per i libri, per il teatro”, racconta. L’attrice infatti, veniva da un’infanzia e da un’adolescenza piena di cinema. Seguiva tutta la programmazione televisiva e vedevo moltissimi film. “Quando ho conosciuto Roberto abbiamo continuato insieme quel percorso. Abbiamo iniziato a fare cinema e inconsapevolmente trattenevamo ciò che ci piaceva, come le commedie americane dei più grandi registi”. Dopo la trilogia “Il piccolo diavolo”, “Johnny Stecchino” e “Il mostro”, arriva anche nel 1997, “La vita è bella”, premiato con l’Oscar. “Non ci aspettavamo assolutamente tutto quel successo. Dopo la trilogia quello era davvero un salto nel vuoto e non ci aspettavamo nulla da quel film. Ma eravamo certamente molto felici mentre lo giravamo. Quello che mi piace di più è il passaggio così agile dalla commedia alla tragedia. Per me La vita è bella è la storia di un padre esemplare, un padre che nel modo più intelligente cerca di salvaguardare il figlio dal dolore”. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
Non solo la moglie di Begnini
Non solo la moglie di Roberto Benigni. Nicoletta Braschi è una delle attrici più brave e talentasse del cinema italiano. La sua vita artistica e professionale è però strettamente legata a quella del marito che lunedì 4 febbraio 2019 sarà omaggiato durante lo speciale televisivo “C’è Benigni” trasmesso in prima serata su Rai1. L’azienda di Viale Mazzini, dopo aver celebrato Adriano Celentano e Beppe Grillo, è pronta a celebrare questa volta un genio del cinema italiano. Un talento unico nel suo genere, un’artista prossimo a festeggiare 50 anni di una straordinaria carriera condivisi sempre con la compagna di vita. Nicoletta Braschi, infatti, ha recitato quasi sempre col marito: dal ruolo di Principessa ne “La vita è bella” fino a quelli della Madonna e della Fata Turchina.
Nicoletta Braschi: ecco come sono diventata attrice
Durante un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Nicoletta Braschi ha raccontato come è diventata un’attrice. Tutto è avvenuto per caso proprio come una favola: “Lasciando che la vita andasse dove voleva, senza fare troppi progetti. Papà, mamma e tre fratelli, la mia famiglia, vivevano spesso a casa dei nonni materni, una bella villa Liberty con l’orto, un piccolo parco, la vasca dei pesci, la piccionaia” ha raccontato l’attrice, che della sua infanzia ricorda: “Sono cresciuta, piccola, tra ingranaggi che falsavano le proporzioni, e di pomeriggio correvo su, al primo piano, dove viveva il fratello di nonno, pittore, scultore e ceramista. Dipingevo, mentre nel parco nonna accudiva i mughetti, i giacinti, le fresie, le rose”. A cambiarle la vita le letture impegnate: dai lirici greci a Virginia Woolf, da Nietzsche a Thomas Mann. Poi la decisione di una vita: Nicoletta decide di trasferirsi a New York per studiare presso la scuola di Stella Adler, ma ben presto fa ritorno in Italia: “Mi accorsi, però, che non sarei riuscita a lavorare come avrei voluto con una lingua diversa dalla mia. Dopo tre mesi, rifeci la valigia e mi trasferii a Roma, dove mi aspettavano tre anni meravigliosi di lavoro intensissimo” presso l’Accademia di Arte drammatica di Roma.
L’incontro con Roberto Benigni
L’arrivo di Nicoletta Braschi a Roma le cambierà per sempre la vita. “Dopo il mio trasferimento a Roma, conobbi Roberto Benigni. Aveva 28 anni ed era già amatissimo da tutti” racconta l’attrice a Il Corriere della Sera. Nicoletta e Roberto si sono conosciuti grazie a degli amici in comune: “Roberto era ed è un grande maestro. Da allora ci siamo nutriti delle stesse cose. Veniva a prendermi all’Accademia e andavamo al cinema quasi tutti i giorni; quando si riusciva anche a teatro. Ci passavamo i libri”. Un rapporto di intesa e di complicità unico quello tra Nicoletta e Roberto, che potevano contare (ancora oggi) su “un dialogo fittissimo”. Poi è arrivato il grande successo e il Premio Oscar con La Vita è Bella: “un’idea straordinaria: la storia di un padre che impedisce al figlio di provare un trauma irreversibile”.