A Verissimo Javier Zanetti ricorda la mamma scomparsa nel 2011: “Mia mamma mi lasciò un messaggio, io ero lontano per la Coppa Italia. Lei e mio padre mi hanno accompagnato in Italia quando mi sono trasferito, poi loro hanno deciso di tornare in Argentina, è la loro terra”. Nel cuore di Javier c’è Paula con cui vive insieme da ben 16 anni e con cui ha condiviso la gioia di tre figli, “quando ci siamo conosciuti io avevo 19 anni e lei 14, io mi allenavo e lei giocava a basket. Un giorno le feci una sorpresa con uno striscione, si vergognò tantissimo. Lo striscione lo conserviamo ancora, ho un museo con tutta la nostra storia”. L’allenatore non ha mai pensato di farlo, “posso dare molto di più come dirigente. Voglio trasmettere buoni valori. Oltre la competenza ci voglio valori umani per fare la differenza”. (Agg. Camilla Catalano)

“SOGNAVO DI FARE TANTI GOL”

“Non dimentico mai da dove arrivo”, dice Javier Zanetti ospite di Silvia Toffanin. Il suo sogno, fin da bambino nella sua Benos Aires, era quello di diventare un calciatore, ma “non pensavo che arrivasse così presto la possibilità di realizzarlo”. Dopo essere stato un grande campione dell’Inter, Javier Zanetti, oggi è il vice presidente della società: “L’Inter è la mia famiglia. Dal punto di vista umano ha sempre avuto uno sguardo di riguardo”. Il 10 maggio 2014 è una data che Javier non scorderà mai, la sua ultima partita: “La sera prima dell’addio avrei voluto non finisse mai, è stata una notte interminabile”. La famiglia è sempre stata il suo punto d’arrivo e di fine: “La mia vittoria più grande è stato quando ho detto ai miei genitori di smettre di lavorare”. (Agg. Camilla Catalano)

MIA MOGLIE DICE CHE NON SONO UN BUON ALLENATORE

Ospite a Verissimo (sabato, 16.10, Canale 5), Javier Zanetti fa un bilancio dell’anno appena trascorso. La vita in campo è diversa da quella in tribuna. E un po’ gli manca: “È un’altra cosa, completamente diversa. Volevo conoscere un nuovo aspetto del calcio e avere una visione più ampia. Mi piace molto però, mi sta arricchendo come persona e spero di lasciare la mia impronta anche come dirigente. Non ho mai sentito il desiderio di fare l’allenatore e anche mia moglie [Paula de La Fuente, N.d.R.] mi ha detto che il mio profilo è più adatto per una figura dirigenziale”. Di recente ha pubblicato il suo terzo libro (titolo: Vincere, ma non solo), in cui rievoca le emozioni degli ultimi giorni in scarpini. Era il 10 maggio 2014 quando diceva addio al pallone: “Era difficile per me pensare a quel giorno, ma prima o poi doveva arrivare. Tra l’altro, nella stagione 2013-2014, ho subito un grave infortunio al tendine d’Achille e tutti pensavano che quella sarebbe stata la mia ultima partita. La mia mente invece si è subito proiettata al ritorno in campo. Volevo tornare a San Siro per poter sentire ancora l’amore dei tifosi. E così è stato. Quella notte è stata indimenticabile. Speravo non finisse più”.

Il “papà” Javier Zanetti

Per alcuni, Javier Zanetti è il Totti in nerazzurro. E in effetti un po’ lo ricorda: anche lui è conosciuto (e sarà ricordato) come un fedelissimo del calcio. Non è un po’ pesante, come eredità? “Non mi preoccupa l’eredità del cognome”, liquida Javier. Sul figlio Tommy ha le idee chiarissime: “L’importante è che cresca con i valori giusti, e tocca a noi genitori educarli in questa maniera. Non mi dimentico mai da dove vengo. A volte, quando torniamo in Argentina, accompagno i miei figli nella nostra fondazione per fargli conoscere dei bambini che non hanno la loro fortuna e per fargli capire che senza sacrificio non si ottiene nulla”. L’intervista integrale a Verissimo, 16.10 Canale 5.

La carriera

La “stella” Javier Zanetti nasce nel campionato professionistico argentino. Nel 1995 si trasferisce all’Inter, dove trascorre ben 19 stagioni. Sono 615 le presenze registrate in maglia nerazzurra. 12 in tutto le reti, numero discreto per un difensore. Tra l’Inter e Zanetti è durata tantissimo. Si tratta di una delle storie d’amore più longeve del calcio, seconda solo a quella di Totti e la Roma. La sua vita privata è sempre rimasta tale. Si sa solo che è sposato con Paula de La Fuente da quasi 20 anni. I due si sono conosciuti nel 1991, durante la sua militanza nel Talleres. Javier è padre di tre figli: Sol (nata nel 2005), Ignazio (nato nel 2008) e Tomas (nato nel 2012).