Jasmine Trinca racconta il suo rapporto con la madre: “Sono stata una figlia forte, ma anche rompiscatole. Sono stata una figlia che ha criticato molto la sua mamma che ha faticato molto nella vita, ma che poi è tornata in me. Adesso mi sentirei di dirle sono grazie” – spiega Jasmine Trinca a Verissimo. “Oggi, anche tutti quelli che non volevano essere insegnamenti li ho fatti miei. Mamma ha fatto tutto. E’ stata una donna che ha lavorato ed è una bellissima trasmissione per una figlia vedere che si può essere presente come affetto, ma che tenta anche di realizzarsi. Anch’io sono una donna che lavora e sono convinta che una donna realizzata trasmetta qualcosa di pieno ai propri figli”, spiega l’attrice. Riservata e una star del cinema italiano che non ama i riflettori e gli eventi mondani, l’attrice dice: “Quando non lavoro mi piace stare nel mio, vivere la mia vita perché fare l’attrice è divertente, ma è anche molto impegnativo, ma sono per la libertà”, spiega l’attrice rispondendo a Silvia Toffanin che le esprime tutta la sua ammirazione per la sua semplicità e il suo atteggiamento umile e mai sopra le righe che non cerca mai i riflettori contrariamente ad altre attrici (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
La rivincita di Jasmine Trinca
Jasmine Trinca torna a verissimo per presentare il suo ultimo film dal titolo “Croce e Delizia”, una pellicola diretta da Simone Godano, con Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio, che per la prima volta la vedrà calarsi in un ruolo comico. In una intervista concessa a Vanity Fair, l’attrice rivela che erano in molti ad avere dei dubbi sulla sua parte in una commedia, ma che alla fine, calandosi nei panni di Penelope, è riuscita a ribaltare il parere di chi non riusciva a credere in lei fino in fondo. “Sostenevano che non fossi percepita come un’attrice con quelle corde”, ricorda l’attrice raggiunta da Malcom Pagani; calarsi in una parte insolita è stato però per lei un vero e proprio banco di prova e alla fine è riuscita anche a trarne diletto: “Ho capito che questa storia della commedia in fondo ha un senso – ricorda l’artista nell’intervista – Nonostante la vita mi abbia messo fin da giovanissima di fronte a prove impegnative, sono stata sempre una bambina molto più allegra che cupa”.
Jasmine Trinca “Ho perso mio padre senza quasi averlo conosciuto”
Nell’intervista che oggi pomeriggio concederà a Silvia Toffanin, Jasmine Trinca ripercorrerà i periodi più bui della sua infanzia, ricordando soprattutto la perdita improvvisa di suo padre e quella forza che le ha permesso di superare un momento così complicato. “Ho perso mio padre da piccolissima, senza quasi averlo conosciuto – ricorda l’attrice in un’intervista concessa a Vanity Fair – e a una certa durezza del contesto ho reagito con la buffonaggine. Una buffonaggine marcata, insistita, reiterata ed eccessiva già tra i banchi delle scuole elementari”. Oggi è una delle attrici più amate e più richieste del grande schermo, ma cosa sognava Jasmine Trinca da bambina, prima di diventare una delle interpreti più amate del mondo del cinema? “Quasi non mi ricordo più chi fossi e cosa volessi diventare – ricorda la protagonista di “Croce e Delizia” – Sicuramente non pensavo di fare l’attrice e da una parte, ad allontanarmi dall’idea, l’istinto giocava un ruolo preciso”.
“Ero una bambina che sapeva adattarsi “
Nella commedia dal titolo “Croce e Delizia”, Jasmine Trinca si cala nei panni di Penelope, una donna che tutti i giorni è costretta a fare i conti con un legame padre-figlia piuttosto ingombrante e una storia familiare complicata. “È una specie di adulta interrotta, avviluppata alla famiglia senza possibilità di staccarsi da un padre che lei sospetta la disistimi o almeno non la ami al pari della sorella”, spiega l’attrice raggiunta da Vanity Fair, dove aggiunge che al tempo stesso “Penelope è incapace […] di recidere il filo con i genitori e camminare con le proprie gambe”. Un personaggio, quello di Penelope, distante anni luce dal suo modo di essere: “Quando ero piccola, crescendo con una mamma sola che lavorava molto, ero una bambina che sapeva adattarsi – ricorda l’attrice nel corso dell’intervista – Ma era un’epoca in cui la centralità dei bambini nell’esistenza dei genitori era ad anni luce da quella di oggi. Eravamo noi a seguire gli adulti, non il contrario”.