Fanno ancora discutere le dichiarazioni di Flavio Briatore sul figlio Nathan Falco e gli studi. Nell’intervista al settimanale Oggi ha spiegato che suo figlio farà il collegio in Svizzera ma poi non andrà avanti con gli studi. Le sue parole hanno fatto ovviamente scalpore, ma non sono inedite. Già a “La Vita in Diretta” aveva spiegato che probabilmente suo figlio non andrà all’università. «Sono quasi convinto che a 18 anni comincerà a lavorare. Io non ho bisogno di avvocati e commercialisti, quelli si pagano, mentre lui deve mandare avanti il mio lavoro, visto che io non sarò giovane. Se è valido continuerà il mio lavoro, se no farà un lavoro stipendiato». Facile indignarsi di fronte a queste parole, ma c’è qualcosa di più nelle parole di Flavio Briatore rispetto alle solite riflessioni: il concetto che con i soldi si possono comprare le conoscenze degli altri. A Briatore non serve un avvocato, gli basta pagarne uno quando ne ha bisogno. I soldi dunque possono comprare gli studi degli altri e usarli senza dover per forza studiare.
FLAVIO BRIATORE E IL NO ALL’UNIVERSITÀ PER IL FIGLIO
D’altra parte Flavio Briatore accende i riflettori su un aspetto: molti ragazzi studiano per compiacere i genitori o sentirsi chiamare dottore, come se la laurea sia sufficiente per realizzarsi. In alcuni casi allora è meglio lavorare subito che studiare e trovarsi una laurea inutile per il proprio futuro. E questa è sicuramente una riflessione ineccepibile dell’imprenditore. In quell’intervista Flavio Briatore aveva parlato del suo rapporto con il figlio Nathan Falco: «Parlo con lui come se fosse già grande, questo è il mio mestiere più impegnativo». Ad esempio ha spiegato quanto sia difficile educarlo: «Molte volte gli dico no, lui si arrabbia ed è molto cool, ma bisogna dirgli no perché se no pensano che tutto sia dovuto». Invece sulle vacanze aveva dichiarato: «Io ho due punti di riferimento per le vacanze, Kenya e Sardegna. Sono contento che sia così anche per mio figlio e che ami l’Africa».