Marco Baldini è stato ospite degli studi de “La Vita in Diretta”. Il 59enne fiorentino, noto per aver contratto numerosi debiti a seguito della malattia del gioco d’azzardo, sembra aver finalmente rialzato la testa, uscito dal tunnel dopo un periodo davvero buio. In molti hanno tentato di aiutarlo, compreso l’amico di una vita, Fiorello, ma Baldini ha dovuto sbattere la testa, cadere e poi rialzarsi da solo. Solo allora ha compreso quanto fosse successo, ed è potuto rinascere dalle proprie ceneri. «Ho vissuto il tunnel, il baratro, e quando sei in quella posizione non vedi la luce – racconta alla Fialdini il conduttore radiofonico – ti manca l’aria e ti senti solo, ma non perché gli altri non vogliono aiutarti, ma semplicemente perché in questi casi sei convinto che tu sia l’unico a poter risolvere il tuo problema». Una situazione complicata, che non sembra avere vie d’uscita, almeno inizialmente: «Non hai la prospettiva reale del danno – prosegue Baldini – o della situazione in cui sei: sai che c’è qualcosa che ma non va, ma non riesci a capire fino a che arriva il danno».



MARCO BALDINI: “HO FINALMENTE TROVATO LA SERENITÀ”

Baldini racconta che in tanti hanno cercato di aiutarlo, ma lui non è stato a sentirli: «Lo sai che hanno ragione, ma vuoi fare tutto da solo». Un’esperienza che ha insegnato molto a Baldini, che ora si sente di lanciare un appello: «Se siete in queste condizioni non fate tutto da soli, parlate, non dovete avere vergogna, a tutti può accadere, parlatene con amici e parenti». La Fialdini chiede quindi al suo ospite se ha mai pensato all’autodistruzione, e lui replica così: «E’ una cosa che nasce a monte, tu entri nel tunnel perché vuoi autodistruggerti. La dipendenza non è una malattia vera e propria ma un simbolo di disagio, e in me hanno scoperto che derivava da una crisi di abbandono che io avevo avuto quando avevo 5 anni, anche se i miei erano presenti». Ora finalmente Baldini ha trovato la serenità ricercata: «Ho trovato una nuova compagna che amo e mi ha dato un bello stimolo, non mi sono ancora perdonato, questa è forse la parte più difficile dell’intera storia».

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