“Fare un thriller è difficile”, si lamenta Giorgio Pasotti. Lo fa pensando a Il silenzio dell’acqua, la fiction di Canale 5 che lo vede protagonista insieme ad Ambra Angiolini. “Girare” un thriller non è più di tanto complesso; il più sta nel gestirne il successo. “Vado a far la spesa e non mi danno più nulla, se non in cambio di un indizio”. Insomma: vogliono tutti sapere chi sia l’assassino. Lui stesso – ammette – ha trovato difficile interpretare la trama. “Leggendo la sceneggiatura, ho puntato tutto su un nome. Alla fine ho sbagliato”. Appuntamento a domani sera con l’ultima puntata (e il relativo finale). (agg. di Rossella Pastore)



Il rapporto con Ambra

Giorgio Pasotti è uno degli attori protagonisti della fiction di successo “Il silenzio dell’acqua” trasmessa in prima serata su Canale 5. In occasione del gran finale l’attore italiano arriva negli studi di “Amici di Maria De Filippi” a Cinecittà per promuovere l’ultima puntata che lo vedrà recitare ancora una volta accanto ad Ambra Angiolini. Durante le riprese l’attore ha raccontato a Lagazzetta.it: “Parlavamo soprattutto di lavoro: lei era al debutto in una serie tv, ma se l’è cavata davvero bene. È una donna intelligente, una grande professionista, sono stato molto contento di lavorare con lei. Spero davvero possa capitare ancora”. Nella fiction Giorgio interpreta il vicequestore Andrea Baldini, un uomo in bilico tra il suo ruolo di padre e quello di poliziotto: “è nato e cresciuto in un piccolo borgo marinaro di cui conosce ogni singolo abitante. In quei posti si vive in serenità e quiete, ma quando accade qualcosa di grave come in questo caso, ossia l’omicidio di una ragazza, tutti ne risentono. Lui da un lato è spinto a voler trovare il colpevole di questo delitto, dall’altro è portato a proteggere il suo mondo e i suoi affetti”.

Giorgio Pasotti e la passione per le arti marziali

La passione per le arti marziali è nata quasi per caso. Da bambino Giorgio Pasotti era molto vivace così papà Mario, ex pugile e successivamente maestro di arti marziali, ha pensato bene di avvicinare il figlio a questa disciplina. A distanza di tantissimi anni l’attore ha raccontato come questo sport gli abbia insegnato non solo tanto, ma gli abbia permesso anche di raggiungere un proprio equilibrio. “A me hanno aiutato tanto e oggi dovrebbero farle tutti” – ha dichiarato a LaGazzetta. L’attore, infatti, ha sottolineato come la società moderna sia diventata complessa e difficile da vivere e gestire e come la competitività sia a livelli talmente alti che quotidianamente ci si ritrova a “mettere gomiti e piedi in testa a chiunque pur di farcela”. Per questo motivo, l’attore ha detto: “in un contesto come questo, fatto di violenza e di pericolo anche nelle cose più semplici, le arti marziali aiutano a affrontare ogni cosa senza impulsività”.

“Il cinema non rientrava certo tra i miei sogni di bambino”

Proprio grazie alle arti marziali Giorgio Pasotti si è avvicinato al mondo della recitazione. L’attore, infatti, sognava da piccolo di diventare medico sportivo. Mai e poi mai aveva pensato di voler fare l’attore: ” Il cinema non rientrava certo tra i miei sogni di bambino”. Ecco come è cambiata la sua vita: “il 12 dicembre del ’92, sono partito per la Cina. Ci ero già stato per studiare meglio wushu ed ero voluto tornare per fare lì l’università, una specie di Isef cinese. Avevo 19 anni. È successo che cercavano un giovane occidentale per un ruolo in un film di puro combattimento. Mi hanno segnalato e nonostante non avessi mai recitato in vita mia mi presero. I film da uno sono diventati quattro e anche se in quel caso bastasse saper dare cazzotti e calci volanti, il mondo dello spettacolo iniziò ad affascinarmi”.  Una volta tornato in Italia è Daniele Luchetti a voler fortemente in uno dei suoi film: “Mi cercò tramite la mia famiglia e mi diede la possibilità di fare il primo film in cui dovevo recitare davvero, “I piccoli maestri”.