Al fianco di Milly Carlucci fin dalla prima edizione di Ballando con le stelle. Lui è Paolo Belli che, intervistato tra le pagine di RadioCorriere TV, racconta come si sentiva all’inizio di questa esperienza. “Mi consideravo uno studente che andava a scuola di televisione, con la consapevolezza di essere al fianco del miglior professore che uno possa avere. Milly è una persona che sa, che studia, che si prepara mantenendo un’umiltà impressionante. Da lei ho cercato di imparare il più possibile. Da qualche anno a questa parte sento invece l’esigenza di cominciare ad alzare l’asticella, proprio come fa Milly, che mi ha insegnato a non adagiarmi mai, a non dare nulla per scontato. “Ballando con le Stelle” rappresenta ogni volta un esame, mi consente di capire se ho imparato, se sono sulla strada giusta”. Questo tipo di emozione, si rinnova di edizione in edizione. Ed infatti per il musicista, Ballando è sintomo di gioia perché porta la serenità nel salotto buono delle famiglie italiane. “Quando si accende la luce rossa della telecamera sai di avere di fronte milioni di persone, sai di essere nel sabato sera di Rai1, lo spazio più importante che ci possa essere”.
Paolo Belli, con la sua Big Band ancora a Ballando con le stelle 2019
Paolo Belli, nel corso della sua intervista svela un aneddoto su Milly Carlucci. “Mi disse: “Fai ciò che ti senti di fare, sentiti libero di agire con serenità. Ma la responsabilità è tanta e te la senti addosso”. Il pubblico di Rai1 è anche un grande conoscitore del varietà, sta attento ai particolari, a quello che fai, a quello che dici”. Da bambino Belli sognava di fare esattamente tutto ciò che sta facendo. Lui arriva da Formigine, un paesino sperduto nelle nebbie dell’Emilia: “In campagna la televisione era quasi un ologramma, era utopia”. Della sua Emilia però, spera di portare in trasmissione grande parte: “Mia nonna raccontava come al tempo della guerra, durante il coprifuoco nei rifugi, la gente che sapeva suonare non doveva dimenticare a casa lo strumento. La musica fa stare bene l’anima anche nei momenti più difficili. Tra un pianto e l’altro, la gente cominciava a ballare e a cantare. Questa voglia di stare bene, di spensieratezza, è tipica degli emiliani, ce l’abbiamo dentro”.