Alessandro Cattelan

è una delle costanti per i telespettatori di X Factor: il conduttore ha guidato il programma per otto edizioni, con una bravura unita ad ironia e competenza che difficilmente potrà trovare un sostituto degno di nota. Mentre sul bancone dei giudici i nomi si sono susseguiti, con sostituzioni più o meno chiacchierate (non ultimo il caso Asia Argento, di cui tanto si è parlato nel corso dell’ultima edizione vinta da Anastasio), Cattelan era sempre lì fin dalle prime battute delle audizioni sostenendo i ragazzi nel loro lungo e difficile percorso. Ma quanto ancora durerà il suo percorso nel talent show di Skyuno? La domanda è stata posta al conduttore in una recente intervista del Corriere della Sera nella quale Ale ha parlato anche della sua famiglia e dei progetti per il futuro. E la brutta sorpresa sembra essere in agguato: “Arriverò a nove, poi vediamo. Se non muoio di sonno. Ma smetterò: l’ho iniziato che non avevo figli per esempio. È una fetta grossa di vita”.



ALESSANDRO CATTELAN AL SUO ULTIMO X FACTOR

Già in passato Alessandro Cattelan aveva annunciato di voler smettere di condurre X Factor ma le sue recenti dichiarazioni in merito alla sua ultima edizione sembrano essere davvero prive di fondamento. Il padrone di casa del talent show ha annunciato che il prossimo sarà il suo ultimo X Factor, precisando che molte cose sono cambiate da quando ha iniziato la sua lunga avventura ben otto anni fa. I motivi? Il principale è la nascita delle sue figlie e la mancanza di sonno di questa fase della sua vita familiare. Così, infatti, ha spiegato alle pagine del Corriere della Sera: “O sono malato o sono i figli. Tutti mi dicono “ma che faccia hai?”. È un discorso delicato: in Italia, se non ti svegli alle quattro e sollevi i bancali, sembra che non puoi dirti stanco. Finché mi alzavo alle otto, riuscivo a essere una persona. Ora, mi sveglio alle sette e vivo tutto il giorno col sonno. Faccio X Factor e ho sonno, gioco a calcio e ho sonno”. E a proposito del suo ruolo di padre ha aggiunto: “Sono la versione limata dei miei genitori, che mi hanno educato e dato dei valori. Ma quelli erano tempi più ruvidi, i ruoli erano più definiti, per qualunque problema parlavi con la mamma, il papà si occupava solo di lavorare”.



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