Siamo già alla terza serata del Festival di Sanremo 2013: le prime due puntate sono state così frizzanti che abbiamo quasi sentito la mancanza della foca di Papaleo, ho detto quasi. Questa sarà una serata mesta, anche Barenboim ha dato forfait, ha mal di schiena, sembra un po’ la giustifica che usavo per evitare il test di Cooper a educazione fisica. Questa sera riascolteremo tutte le canzoni dei big e, se non ci addormentiamo prima, anche gli ultimi quattro giovani: per la cronaca ieri il primo l’hanno fatto cantare poco prima di mezzanotte, più che televoto una selezione naturale.

La Tatangelo non voleva farci sentire la sua mancanza quest’anno e ci tempesta con la pubblicità di improbabili ed elegantissimi abiti. Anche questa sera si comincia sull’onda dei ricordi con Mastroianni, su un maxischermo. Entrano Fazio, sempre in Costume National, e la Littizzetto in Gabriele Colangelo, sopra l’abito si è messa del cellophane, per conservarsi meglio: troppo tardi cara avresti dovuto frequentare la clinica della bellessa di Valeria Mazza. Intonano trottolino amoroso dudududadada, forse intonano non è il verbo giusto e augurano buon San Valentino e si baciano. Onestamente avrei preferito ricordare il bacio tra Baudo e Benigni.  “Sarà una serata lunghissima” lo diciamo noi, cara Littizzeto: abbiamo cominciato solo da 5 minuti e già mi sono venuti in mente una decina di modi per farla finita.

La prima a entrare è Simona Molinari, che ci investe con un abito ciclamino, tendente al fluo, tutto un fronzolo e spacco. Sì, lo sappiamo che hai delle belle gambe, ma poi quel mezzo orlo pieno di strass ad altezza giarrettiera non lo capisco: aaaah la sobrietà, non ricordi più che sapore ha! Il secondo è Mengoni, tutto rosso cardinalizio (qualche obiettivo per il post 28 febbraio?) Ferragamo, anche questa sera si mimetizza con la scenografia, ha una banana che neanche cuore matto-little tony e continua a guardare Gig, il suo amico immaginario, a sinistra del palco.

Gigi Sabani si è impossessato di Fazio, è tutta un’imitazione, dopo Vespa, Piero Angela, stasera è il turno di Mike, divertentissimo, veramente. Gli Elio e le Storie Tese, si presentano con la solita fronte alta (sembra sempre più alta, di questo passo sabato saranno dei Conehead) e un look da Al Capone (omaggio al massacro di San Valentino?) e ripresenta la gag delle mani finte del ‘96, ovviamente sono la nostra mascotte. A Vessicchio Luciana taglia la barba: povero, non si fa, lui è una persona seria, anche se ormai è diventato un amico di Maria…

Malika Ayane – Fazio finalmente ha imparato a non dire la E – si presenta infiocchettata in abito nero Lorenzo Riva, un po’ un fagotto in realtà, e i capelli di Lady Oscar, ma non si capisce se si sta proponendo per un ruolo da manista o da mimo, dai facci la corda e la scatola di vetro!

Cambio d’abito per la Littizzetto, il pvc di prima in che sacco l’avrà messo? Adesso ha indossato direttamente il sacco nero, ha due zatteroni rossi che neanche Lady Gaga e comincia il suo monologo, poi balla il flash mob del giorno: va beh balla, è meno snodata della mia Barbie anni ‘80, apprezziamo l’impegno.

Marta sui Tubi, il batterista sembra un pupazzetto di San Patrizio con completino velluto verde speranza, il chitarrista ha abbandonato il pigiamino pois e si è messo una giacchetta ceruleo con scarpa abbinata: ma sì dai, neanche la canzone è tanto male.  Il ritmo delle canzoni è indiavolato, il terrore mi assale: finiti i big come tiriamo mezzanotte e mezza?!?

Chiara Galiazzo in Alberta Ferretti, praticamente lo stesso modello di lunedì, ma in nero, che la ringiovanisce come un aperitivo da Cucchi o una canzone di Fred Bongusto, il direttore invece è pronto per la caccia alla volpe.  Ma perché le poesie le fanno leggere alla Littizzetto? La sua voce è piacevole come un’indigestione e presenta Roberto Baggio, senza codino ma con 20 chili in più. Tutti vestiti benissimo stasera: sì, Luciana, tutti tranne te.

Finalmente arriva uno dei nostri beniamini, Max Gazzè, in Etro, con un tre pezzi con gilet bicolor viola e nero, “Sotto Casa” ci piace, le sue unghie nere rubate a Robert Smith un po’ meno. Annalisa, ma perché la Molinari ti ha voluto così male? Cos’è quella panta-gonna modello tennista color confetto di Blugirl? “Scintille” sono quelle che dovresti dare a quella blusa. Maria Nazionale si presenta con un bustino che neanche Wonder Woman dei tempi d’oro, un inutile coprispalle in tulle nero e dei pantaloni da odalisca, canta “è colpa mia”: Maria, di certo non mia, quel look è di rara bruttezza. I capelli di Simone Cristicchi cantano “la prima volta che sono morto”, nonostante questo non riusciamo a liberarcene, neanche della cravatta rossa che ha rubato a Bersani.

Sbrodolata di Fabio Fazio che introduce Antony & The Johnsons, già lui è un armadio a 3 ante poi col poncho di Pancho Villa, sembra due volte Fazio. Credo che i capelli non li lavi dal 1974 e comincia a leggere un pistolozzo che neanche il discorso di Fine anno di Napolitano. Al rientro la Littizzetto si è avvolta nella stagnola e Gianni e Pinotto non sanno come ingannare l’attesa. Si dice facciano i presentatori, ed è subito Modà in Emporio Armani, cresta di ordinanza: Kekko non hai più l’età, dai, “Se si potesse non morire”, dopo una serata così non ne sarei certa.

Daniele Silvestri sotto la giacca si è messo lo spanx, avrebbe potuto osare di più. Gennaro degli Almamegretta ha rubato il gilet a D’Artagnan, per favore richiamate Roberto Vicini che non capiamo cosa dice. L’ultimo è  Raphael Gualazzi, in giacca tuxedo di velluto blu, gli tira un po’ il bottone, avvisate la signora in prima fila di stare attenta, se il ragazzo respira è spacciata.  La bravura della pianista Leonora Armellini è inversamente proporzionale alla bruttezza dell’abito che indossa, sembra la fata Serenella della Bella Addormentata nel bosco.

Finalmente arrivano i giovani: Andrea Nardinocchi si presenta col bomber, fa il loopwriter e intanto la Mirò invece di dirigere l’orchestra balla al ritmo indiavolato di “Storia impossibile”. Antonio Maggio si presenta col completo della scimmietta che suona i piatti, total look rosso, ammicca alla camera, abbozza un balletto e intanto il direttore si dà al cabaret.  Non ci sono più i giovani di una volta, quelli che cantavano “La solitudine” o “Brutta”. Paolo Simoni invece ha una giacca senape e farfallino azzurro, taglio a scodella, occhiali rossi modello Giampiero Mughini, sembra Furio Zoccaro, adesso chiama l’Aci. La Porceddu si è messa il tendone da circo, è tutta una strissia bianca e nera e al collo ha il naso rosso da clown: mi fanno male agli occhi.

Quanto manca? Non ne possiamo più, ma manca ancora la punta di diamante di stasera, Laura Chiatti e Albano, “Nostalgia Canaglia”, “E va” e standing ovation regolamentare. Il completino blu che si è messo riflette tutti i colori dell’arcobaleno, fa le flessioni e per la gioia di grandi e piccini ci fa “Felicità” con Laura Chiatti pubblico in delirio, finché non canta la Littizzetto: come rovinare un bel momento!

Classifica e il pubblico rumoreggia, Mengoni è al primo posto gli Almamegretta all’ultimo. Domani ci aspetta il vincitore dei giovani e Sanremo story, contiamo già le ore che ci separano da domani. Ah no, Fazio e la Littizzetto si cimentano di nuovo con Trottolino Amoroso, uno spettacolo che inquieterà il sonno di noi tutti.

 

(La Pochette)