“I cinepanettoni sono sessisti e volgari”. A dirlo è il New York Times, che stronca uno dei generi di cinema più apprezzati in Italia. Il riferimento, in particolare, è a “Vacanze di Natale” di Luigi e Aurelio De Laurentiis, che ha quest’anno compiuto 40 anni e che rappresenta in modo ironico ma anche amaro le abitudini e la mentalità del Paese vacanziero agli inizi degli anni ottanta. È troppo, però, per il politically correct americano, soprattutto di questi tempi.



“Mai degni di essere visti all’estero, i cinepanettoni erano destinati a fan che sognavano una fetta di cultura italiana, durante gli edonisti e menefreghisti anni di fine secolo. Per i critici, tuttavia, riflettevano il consumismo e sessismo dell’era di Silvio Berlusconi che, come i segreti vergognosi, era nascosta in famiglia”, scrive il giornalista Jason Horowitz come tradotto e riportato da Repubblica. La condanna insomma è netta nei confronti di quelle battute razziste, delle risate volgari e di quei personaggi femminili procaci e per nulla intelligenti.



“Cinepanettoni sono sessisti e volgari”, la critica arriva dall’estero

“Al contrario di chi dice che quei film sessisti non potrebbero prodursi oggi, Aurelio De Laurentiis pensa che sono proprio quello di cui la cupa stagione del #MeToo avrebbe bisogno”, scrive ancora Jason Horowitz. Il produttore infatti non ha mai compiuto dei passi indietro, anzi. La tradizione si è con gli anni espansa, trovando un freno soltanto negli ultimi anni. È proprio in virtù di ciò che oggi il New York Times illustra il ritardo di una cultura popolare mai capace di raggiungere il mercato internazionale.



Non è d’altronde la prima volta che questo genere cinematografico viene profondamente criticato all’estero. Anche la professoressa Chiara Trebaiocchi della va, nel corso “L’evoluzione dell’italiano medio: tra stereotipi, satira e realtà”, ha studiato il cinepanettone, chiarendo come la presunta “satira” sia in realtà “assenza di satira” e sostegno allo status quo dominante.