Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani apre al nucleare e se la prende con gli “ambientalisti radical chic”. Quanto basta per far scoppiare la bufera a livello politico e sui social. Se l’ex premier Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle che tanto ha voluto Cingolani e quel ministero, ha chiesto chiarimenti, Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista – Sinistra europea è andato oltre, chiedendo le dimissioni. «Si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante», ha esordito il ministro ad un evento di Italia Viva. Quindi, ha spiegato: «Se a un certo momento si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso è da folli non considerare questa tecnologia». Per Cingolani non bisogna «ideologizzare qualsiasi tipo di tecnologia».



Quindi, ha attaccato gli «ambientalisti radical chic», quelli «oltranzisti, ideologici», definendoli «peggio della catastrofe climatica verso la quale andiamo sparati, se non facciamo qualcosa di sensato». Per il ministro Cingolani «sono parte del problema». Transizione ecologica sì, ma anche sostenibile dal punto di vista economico: «Non si può ridurre la Co2 chiudendo da domani le fabbriche di auto, mettendo sul lastrico milioni di famiglie».



CINGOLANI VS AMBIENTALISTI: POLEMICHE

Secondo il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, il ministro Roberto Cingolani insulta gli ambientalisti: «Mai un ministro della Repubblica si è espresso con tanta sconsideratezza e assenza di rispetto per una comunità di persone nel nostro paese». Inoltre, sostiene che abbia «aperto una campagna di paura contro la transizione ecologista, per fermare la modernizzazione e difendere gli interessi delle lobby del petrolio». Per Umberto Minopoli, presidente dell’Associazione italiana nucleare (Ain), organizzazione no profit che raccoglie centri di competenza sul nucleare in Italia, le parole del ministro della Transizione ecologica sono di «buon senso» e c’è da sorprendersi per le polemiche, visto che è un tema che va avanti nell’economia internazionale. Quindi, Cingolani per Minopoli ha preso «atto di questa realtà». Di parere diverso è Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, secondo cui la quarta generazione del nucleare non esiste. «Se ne parla da 25 anni e non se ne è mai venuti a capo. È quindi inutile spendere risorse pubbliche per una tecnologia che chissà mai se arriverà». Bisognerebbe, quindi, puntare su quelle tecnologie, già a disposizione, per affrontare la crisi climatica. «Sono le rinnovabili. Puntiamo su quelle e non perdiamo tempo a parlare di cose che non si faranno mai».

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