Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, è stato intervistato nella serata digiovedì dalla trasmissione di La7 Piazza Pulita, e nell’occasione sono stati toccati vari temi caldi. La chiacchierata con Corrado Formigli, il conduttore, inizia così, fra i sorrisi: “Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, direi tutto quello che ho detto”. Si passa quindi ad affrontare gli argomenti del giorno, a cominciare dal caro bollette in arrivo, un vero e proprio salasso per le tasche degli italiani: “Un anno fa il gas per produrre un Megawattora costava 40 euro, oggi invece 150 – spiega Cingolani – questo non è solo un problema dell’Italia, perchè c’è più richiesta e si sono spostati i flussi. Ci sarà una richiesta enorme di gas. C’è un movimento energetico globale che dobbiamo controllare”. Il governo non è comunque stato a guardare ma è corso subito ai ripari: “Noi in questo momento abbiamo fatto un provvedimento molto chiaro per il brevissimo termine, per la bolletta di questo trimestre. Quindi abbiamo reperito circa 3 miliardi e mezzo lavorando su vari capitoli. L’aumento che dovrà essere confermato dall’Authority sarà intorno ai 9 miliardi tra parte elettrica e parte gas, noi riusciremo a compensare con 3,5 miliardi andando però ad incidere sulle fasce più povere”.



Di nuovo sul caro bollette: “Ci sarà un incremento che purtroppo al momento è inevitabile. Entro la fine dell’anno lavoreremo però per una modifica più strutturale per il futuro perché è chiaro che questi aumenti sono aumenti globali e continueranno a pesare sulle bollette”. Ed in futuro la strada sembra già tracciata: “Si dovrà innanzitutto ristrutturare la bolletta e sono importanti gli interventi di efficentamento energetico, e poi bisogna fare una riflessione su cosa fare del gas come mezzo di transizione: da un lato produce anidride carbonica ma meno del carbone e dall’altro bisogna dare continuità alle rinnovabili che nel frattempo devono fare una corsa pazzesca”. Cingolani è convinto che il lavoro che faremo nel futuro prossimo ricadrà indubbiamente sulle spalle dei nostri figli: “L’emergenza climatica durerà decenni, è vero che la situazione sta precipitando prima del previsto: 8 miliardi di persone bruciano molta energia. I nostri figli vivranno in un mondo peggiore? Se sbaglieremo, sì. Se faremo bene, riusciremo a cristallizzare la situazione perché per tornare indietro ci vogliono secoli. La transizione ecologica non può essere fatta in un anno. La sostenibilità deve mettere insieme due istanze diverse: da un lato c’è quella dell’ambiente; dall’altra non possiamo lasciare milioni di persone in mezzo alla strada”.



CINGOLANI: “PER LA TRANSIZIONE ABBIAMO TRE PILASTRI”

Quindi ha precisato come bisognerà agire più nel dettaglio: “Abbiamo tre pilastri per la transizione ecologica: primo tagliare quello che produce CO2; una seconda arma è dare una vita circolare alle cose che utilizziamo; la terza arma è quella della cattura naturale: lo stato di salute delle aree verdi e dei mari ci consente una buona cattura di anidride carbonica”. Si è parlato poi del caso Gnk: “Se la finanza non è sana è un cancro”, ha detto.

“C’è il problema di riqualificare e riconvertire le fabbriche visto che le tecnologie stanno cambiando. Dovremmo fare investimenti enormi. Per questo la transizione non può essere fatta in un anno. La sostenibilità deve mettere insieme due istanze diverse, l’ambiente e le persone”. Sulla sua affermazione ‘Ambientalisti radical chic’: “Mi riferivo a quel gruppo di persone che vuole le rinnovabili ma non nel proprio giardino. Chi è veramente ambientalista deve capire che è arrivato il momento per tutti di rinunciare qualcosa”. Infine, sulle accuse di qualche tempo fa del leghista Borghi: “Credo che ognuno debba fare il suo mestiere, l’articolo che ha citato nel novembre 2020 è stato oggetto di durissime critiche”