Carne dannosa e allevamenti inquinanti: le recenti dichiarazioni del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani fanno discutere. «Sappiamo che chi mangia troppa carne subisce degli impatti sulla salute, allora si dovrebbe diminuire la quantità di proteine animali sostituendole con quelle vegetali», ha detto alla Conferenza preparatoria della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile. Inoltre, ha sostenuto che le proteine animali richiedono 6 volte l’acqua di quelle vegetali, a parità di quantità, mentre gli allevamenti intensivi che producono il 20% della CO2. Nel suo intervento, dunque, non ha risparmiato critiche al mondo della zootecnia, in particolare alle diete sul consumo di carne. «Modificando la nostra dieta, avremo invece un co-beneficio: miglioreremmo la salute pubblica, riducendo al tempo stesso l’uso di acqua e la produzione di CO2».



I produttori e gli allevatori si sono scagliati subito contro l’ex direttore dell’Istituto italiano di tecnologia, che prima ha pubblicato il suo intervento integrale e poi, come evidenziato da Il Giornale, ha chiamato Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili, che unisce le principali associazioni industriali di categoria.



IRA DEGLI ALLEVATORI DOPO PAROLE CINGOLANI

La distanza sui dati, però, è evidente, perché Giuseppe Pulina in una lettera di replica ha condiviso i dati indicati in un recente documento indirizzato alla Camera dell’Accademia dei gergofili, da cui si evince che l’impatto sul totale della CO2 della filiera della carne, secondo la Fao, è il 14,5% su scala globale e per l’Ispra è al 5,2% per l’Italia. Il nodo magari è proprio questo: il ministro Roberto Cingolani fa riferimento agli allevamenti intensivi, invece il modello italiano è all’opposto. L’Italia ha ridotto le emissioni di CO2 degli allevamenti e tagliato del 25% il consumo dell’acqua. Dunque, la filiera italiana per Pulina «può essere un modello di sostenibilità per il mondo». A tal proposito, ha precisato che «il ministro ci è parso interessato a promuoverlo». Nel frattempo Bill Gates promuove il concetto che i paesi ricchi debbano mangiare carne sintetica al 100 per cento. Un’altra minaccia per il modello italiano.

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