Cinisi: incendio nella pizzeria di Giovanni Impastato, fratello di Peppino. Il locale, gestito dalla moglie del congiunto del giornalista antimafia ucciso nel 1978, è stato avvolto dal fuoco nella notte: due i focolai, uno in un pensile della cucina e l’altro nella cassa. Come riporta Palermo Today, la pizzeria attualmente è chiusa per lavori di ristrutturazione ma anche per una querelle sulle licenze nata tra il Comune di Carini e quello di Cinisi: un problema relativo alle autorizzazioni, che si aggiunge a quello delle carenze igienico-sanitarie. Secondo i vigili del fuoco, «l’incendio è doloso»: così Giovanni Impastato ai microfoni di Adnkronos. L’intervento dei pompieri ha evitato il peggio, ha evidenziato la vittima: «Se l’incendio si fosse propagato sarebbe potuto esplodere tutto», con il rogo giunto «in un momento terribile. Stavamo per riaprire e adesso molto probabilmente saremo costretti a posticipare a dopo Natale. Non so quale possa essere il motivo di questo gesto, forse il momento in cui viviamo. Tutti conoscono la mia storia, il mio impegno e non è la prima volta che subisco un attentato: il primo è stato nel 2011».
CINISI, INCENDIO NELLA PIZZERIA DI GIOVANNI IMPASTATO: E’ DOLOSO
In corso le indagini delle forze dell’ordine per ricostruire la dinamica dei fatti ed individuare i colpevoli dell’atto incendiario, tantissimi messaggi di solidarietà per Giovanni Impastato. Tra i primi, il giornalista Paolo Borrometi: «La scorsa notte hanno tentato di bruciare la pizzeria della famiglia di Peppino Impastato. Quanta pura fa ancora Peppino? Un abbraccio forte a Luisa e Giovanni: siamo con Voi!». Così, ai microfoni di Repubblica, il presidente della commissione parlamentare antimafia Nicola Morra: «Siamo di fronte a un segnale pesante e terribile. Esprimo la mia vicinanza e solidarietà, ma anche la mia preoccupazione. Sono segnali che non devono essere assolutamente sottovalutati. C’è puntualmente nel nostro paese un rigurgito di segnali mafiosi che attraversano ogni territorio». Vicinanza anche dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha invitato Giovanni Impastato a non demordere affinchè non prevalga la legge ferina dei parassiti e dei prepotenti.