Un uomo di 46 anni è a processo di fronte al Tribunale di Milano per essere stato il padrone di cinque donne – la moglie e le quattro figlie – ridotte in schiavitù per oltre vent’anni. Il loro incubo, come riportato da Il Fatto Quotidiano, è iniziato nel 2003 in Campania. Le prime violenze quando la donna aveva soltanto 22 anni, mentre le bambine poco più di 4 e 2 anni. La terza era nata da qualche settimana. Le considerava di sua proprietà. È così che erano costrette a subire quotidianamente botte e minacce. In una occasione aveva anche infilato un sacchetto in testa alla consorte, davanti alle minorenni.



Con il passare del tempo, la situazione era sempre più peggiorata. Una delle figlie, affetta da una grave malattia, aveva iniziato a percepire una pensione di invalidità, ma era obbligata a consegnare il denaro al padre aguzzino, affinché quest’ultimo potesse acquistare l’alcol e le sostanze stupefacenti di cui faceva abitualmente uso. La moglie lavorava come cameriera, ma il suo stipendio non era sufficiente a coprire le continue richieste dell’uomo.



Cinque donne ridotte in schiavitù per vent’anni: padre padrone a processo

Dopo qualche anno, le donne ridotte in schiavitù si sono trasferite al Nord insieme all’uomo. Anche in questa fase della loro vita, le violenze non si sono attenuate. Anzi, a subirle anche la figlia più piccola. La moglie, stanca di sopportare i continui abusi del marito, ha cercato in più occasioni di rivolgersi alle forze dell’ordine, presentando delle querele contro il quarantaseienne. Non poteva, tuttavia, allontanarsi dalla loro abitazione, per paura di ulteriori ripercussioni. Il marito, infatti, aveva installato anche delle telecamere per monitorarle e per ascoltare le loro conversazioni.



L’incubo, però, adesso sta per finire. In questi giorni inizierà il processo sul caso presso il Tribunale di Milano. L’uomo è accusato di sequestro di persona, abusi sessuali, maltrattamenti, tentato omicidio, oltre che estorsione per l’uso illegittimo del denaro dell’assegno di invalidità della figlia disabile.