Dopo la tragedia di Palermo, con la bambina di appena 10 anni morta soffocata mentre tentava di portare a termine una assurda sfida su TikTok, oggi il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto “in via d’urgenza” disponendo nei confronti del social in questione “il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica”. Lo stesso Garante per la privacy lo scorso dicembre aveva contestato a Tik Tok, social amatissimo dai giovanissimi, una serie di violazioni, a partire dalla “scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy”.



Adesso, dopo quanto accaduto alla bambina palermitana l’Autorità ha deciso di procedere con un ulteriore intervento “al fine di assicurare immediata tutela ai minori iscritti al social network presenti in Italia”. Per il momento il divieto durerà fino al 15 febbraio salvo ulteriori valutazioni da parte del Garante. Il provvedimento di blocco sarà ora portato all’attenzione dell’Autorità irlandese, Paese in cui Tik Tok ha di recente comunicato di aver fissato il proprio stabilimento principale. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“CERVELLO RIMASTO A LUNGO SENZA SANGUE”

A Storie Italiane l’agghiacciante vicenda della bambina di 10 anni di Palermo che ieri è deceduta a seguito di un’assurda sfida di TikTok, quella di “impiccarsi” e di resistere il maggior tempo possibile senza respirare. Il programma di Rai Uno ha parlato con la dottoressa dell’ospedale palermitano che ieri ha avuto in cura la bimba di 10 anni: “E’ successo che l’encelafo non ha ricevuto sangue per un periodo molto lungo – ha raccontato la dottoressa ai microfoni di Storie Italiane – per noi databile dal momento in cui ha stretto la cinghia attorno al collo fino al momento in cui è arrivata la pronto soccorso, portata dai genitori, e immediatamente i rianimatori hanno fatto tutto il possibile per riportarla alla vita”.



Il cuore ha ripreso a battere – ha proseguito il medico di Palermo – ma il cervello aveva sofferto troppo l’ipossia da strangolamento, è rimasto senza ossigeno per un tempo molto lungo e quindi malgrado tutto le cure prestate alla bimba, immediatamente si è dovuto constatare che il coma era irreversibile, poi alle 13:30 come sapete è iniziata l’osservazione per la morte cerebrale”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

MORTE CEREBRALE PER BIMBA PALERMO DOPO SFIDA SU TIK TOK, FATALE LA BLACKOUT CHALLENGE

Intorno alle 13.30 di oggi è stata dichiarata la “morte cerebrale” per la piccola bimba di 10 anni ricoverata in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Di Cristina” a Palermo. La piccola è rimasta vittima di una sfida choc su Tik Tok, la cosiddetta Blackout Challenge. Secondo quanto riferisce Quotidiano.net, i genitori avrebbero già acconsentito all’espianto degli organi, sarebbero già in corso le procedure di accertamento previste dalla legge che dovrebbero terminare in serata, sebbene si tratti ormai di pura formalità. La notizia ha sconvolto il mondo dei social ma soprattutto il capoluogo siciliano dove la bimba è giunta in ospedale in condizioni già disperate a causa di un arresto cardiocircolatorio dovuto a un’asfissia prolungata. Tutti i tentativi da parte dei medici sono stati messi in atto nella speranza di poter confidare in un miracolo ma fino all’ultimo bollettino medico si era compreso che ormai non c’era più nulla da fare. Sono stati i genitori a trovare la piccola esanime, a terra, dopo essersi legata una cintura alla gola provocandosi la perdita dei sensi. “Siamo davanti a un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina”, ha riportato un portavoce di Tik Tok. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

BIMBA DI 10 ANNI IN RIANIMAZIONE

Una notizia di cronaca giunge direttamente da Palermo, dove una bambina di dieci anni si trova attualmente in condizioni gravissime in ospedale (è ricoverata in rianimazione), dopo avere tentato di superare una sfida su Tik Tok, piattaforma social estremamente in voga tra i più giovani. In cosa consisteva la prova? In un gioco di… soffocamento. Per quanto assurdo possa sembrare, la Blackout challenge (così si chiama la “sfida”) è un tentativo di soffocamento estremo, che consiste nello stringersi una cintura attorno al collo e resistere il più possibile.

Stando a quanto riportato dalle fonti d’informazione siciliane, la piccola avrebbe seguito tutti i passaggi richiesti, prima di restare asfissiata, perdere le forze e i sensi e cadere a terra. Il cuore della ragazzina avrebbe addirittura smesso di battere per alcuni minuti e soltanto le manovre rianimatorie dei sanitari, allertati dai genitori, comprensibilmente sotto choc per l’accaduto, sono riuscite a riattivarlo e a regalarle ancora una speranza di sopravvivenza.

CINTURA ATTORNO AL COLLO, SFIDA ESTREMA SU TIK TOK.

Le condizioni della bambina rimangono tuttora molto critiche e destano preoccupazione. Stando a quanto riportato dal quotidiano “Il Gazzettino”, i medici avrebbero già effettuato un elettroencefalogramma e altri esami, ma i primi risultati non sarebbero incoraggianti. “La direzione sanitaria – si legge nell’articolo – è in contatto con le forze dell’ordine e con la magistratura, che dovrà ricostruire la dinamica dell’incidente e chiarire i contorni della vicenda”. Su quest’ultima sono già in corso le indagini della polizia, che avrebbe sequestrato il cellulare della bambina, anche probabilmente per capire se abbia deciso di suo libero arbitrio di aderire a questa “challenge” su Tik Tok o se sia stata costretta in qualche modo da qualcuno. Una sfida, rammentiamo, che obbliga i concorrenti a prendere una cintura, mettersela attorno al collo e iniziare a stringerla in maniera sempre più pressante, resistendo il più possibile anche in mancanza di fiato. Un “gioco” (se tale può essere definito) che potrebbe costare la vita a una bimba di soli dieci anni.