La grandissima Cinzia Leone, comiche fra le più brave d’Italia, è stata intervistata stamattina da “C’è Tempo per…”, programma in onda tutti i giorni su Rai Uno, condotto da Anna Falchi e Beppe Convertini. “Il virus rappresenta dei cambiamenti che già erano avvenuti – ha iniziato l’intervista parlando del periodo di emergenza attuale – e come se avesse sdoganato una tendenza, il distanziamento dagli altri che stavamo già maturando dentro, e come se avesse dato una forma, in maniera casuale, però in qualche modo era già cambiato il tipo di relazione umanamente parlando, fra tutti i quanti. Con i social nessuno ti chiama più, ma chiamami! Nessuno ti telefona più è impressionante, fai anche prima a chiamarmi, io in questo senso parlavo di distanziamento. Non è che chiunque che si rivolge a te è un disturbo”. Si è poi parlato di uno dei suoi personaggi più noti, la signora Vaccarone di inizio anni ’90. “Mi avevano chiesto di fare una signorina delle tasse e a me è venuto in mente il terrorismo giocoso “Il coronavirus ci perseguiterà per tutta la vita!”. Trovai ispirazione da una tabaccaia: in quel periodo c’era lo sciopero delle sigarette, una volta chiesi quando sarebbe finito lo sciopero e mi disse “Ora inizierà quello della benzina!”. La Leone è una grandissima combattente, avendo dovuto lottare nel fior-fior dei suoi anni contro due emorragie cerebrali che le hanno provocato una grave paralisi facciale superata poi dopo una lunga riabilitazione: “Il mio terzo tempo è appena cominciato – ricorda la Leone – io a 32 anni ero come una persona gravemente malata a 70 e quindi ho perso il senso della vita, ho passato gli anni migliori ad affrontare un brutto stop, ho avuto due emorragie cerebrali e una paralisi, ho lavorato una vita per superarla. Il tempo per me è elastico e creativo, non so come sarà il mio terzo tempo, non mi interessa, vivo scrivendo, con la comicità. Nella vita si mischiano i piani ed è per quello che ci salviamo. Il dolore c’è, l’importante è intrecciarlo alla vita, non bisogna fermarla a causa del dolore”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CINZIA LEONE, PARENTI SERPENTI, IL DOLORE E LA RINASCITA
Cinzia Leone ospite di C’è tempo per…, il programma condotto da Anna Falchi e Beppe Convertini tutte le mattine dal lunedì al venerdì su Rai Uno. L’attrice romana, nota al grande pubblico in particolare per i ruoli interpretati in Parenti serpenti di Mario Monicelli e Le finte bionde di Carlo Vanzina, di recente ha svelato in un’intervista a ilsetaccio.eu alcuni passaggi molto dolorosi della sua esistenza: “Dopo che sono stata male, ho dovuto trovare il coraggio di aprire un nuovo capitolo. Mi sono dovuta allontanare dalla televisione. Se zoppichi e hai un braccio mezzo morto, in televisione non puoi essere te stessa perché in Tv viene esaltata l’immagine. Dopo l’emiparesi, inoltre, avevo subito la perdita di identità fisica; non ero più io. Il dolore è talmente potente e profondo, da non riconoscerti più, da non capire dove sei finita e dove è finito il tuo mondo; volevo e dovevo guarire e così quel dolore e quella rabbia li ho trasformati in voglia di guarire, ho fatto un lavoro pazzesco, che ancora continuo a fare e a cui ho dedicato la maggior parte della mia vita ,avevo 32 anni…Così ho iniziato a fare da sola in teatro la serie di personaggi che avevo sperimentato in TV. Si è rallentata la mia carriera cinematografica, ripresa nel 1996 con i film della Wertmuller, ma ne ho iniziata un’altra diversa, molto più utile per la rinascita e la ricostruzione della mia nuova vita. Così mi sono rinnovata tirando fuori ulteriori talenti nascosti, riadattandomi a quello che la vita mi proponeva. Da ciò e per ciò, ho scoperto la mia seconda passione : scrivere la mia drammaturgia”.
CINZIA LEONE: PARENTI SERPRENTI, IL MALORE E LA RINASCITA
Il riferimento di Cinzia Leone è a ciò che le accadde il 26 dicembre 1991, alla fine della prima proiezione, al cinema Barberini di Roma, del film “Donne con le gonne” di Francesco Nuti, nel quale aveva recitato. La donna, all’epoca 32enne, accusò un malore e venne ricoverata in gravissime condizioni dapprima all’ospedale San Giacomo e poi nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale San Camillo. Lì venne diagnosticato un aneurisma congenito all’arteria basilare che la portò a sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico a Phoenix, negli Stati Uniti, poiché le possibilità di sopravvivenza per lo stesso intervento in Italia erano pochissime. Dopo l’intervento, la parte sinistra del corpo rimase paralizzata, ma in seguito – con molto lavoro – Cinzia Leone riuscì a recuperarla del tutto. L’attrice non ha esitazioni nell’individuare il momento di vita artistica che più la rende felice e quello che più la rattrista: “Parenti Serpenti con Monica Scattini, con la quale mi sono divertita immensamente e mi rattrista che Monica Scattini non ci sia più e lo stesso vale anche per Mario (Monicelli, ndr). Ho vissuto con loro un momento artistico veramente esaltante!”. Sogni nel cassetto? Non ne ho, nel senso che i sogni nel cassetto fanno la muffa, è inutile averne. Devono essere tirati fuori . L’unico sogno che lascio nel cassetto, perché penso che non possa avere futuro, è che Brad Pitt mi venga a rapire con il cavallo”.