Cinzia, Shobha e Patrizia Stagnitta, sono le figlie di Letizia Battaglia, la fotogiornalista scomparsa all’età di 87 anni. Le tre figlie sono nate dall’ex marito che la fotogiornalista ha sposato quando aveva soli 16 anni. Un matrimonio che però non andò bene, visto che la Battaglia in una vecchia intervista parlando dell’ex marito disse: “per l’opinione pubblica mio marito mi amava molto, però era un amore limitato: non pensava che era meglio che io studiassi, lavorassi, anziché stare lì senza far niente con i bei vestiti addosso e i gioielli. Non era cattivo, però cercava una mogliettina che cucinava e metteva il sale bene sulle cose. Non mi voleva male, mi voleva tutta per sé. Ci siamo lasciati, ma quando poi si ammalò lo andavo a trovare e lui era felice, alla fine siamo stati amici”.

Dal loro amore sono nate però tre figlie: Cinzia, Shobha e Patrizia di cui si conosce davvero pochissimo. Le prime due in particolare hanno sempre mantenuto il massimo riserbo sulla loro vita privata, mentre Shobha Stagnitta ha seguito le orme della madre diventando una fotografa. Di lei possiamo diversi che è stata sposata con Andalo Carrega Bertolini. Non è dato sapere altro, se si è risposata e se ha avuto dei figli anche se sui social condivide foto legate alla sua carriera e ai suoi viaggi in giro per il mondo.

Chi sono Cinzia, Shobha e Patrizia Stagnitta: le figlie di Letizia Battaglia

Tra le altre cose che possiamo dirvi su Cinzia, Shobha e Patrizia Stagnitta, le figlie di Letizia Battaglia: Shobha oltre ad essere una fotografa sa suonare il pianoforte e violoncello e che il suo nome di battesimo era Angela, ma dopo un viaggio in India ha deciso di cambiare nome. In rarissime occasioni la madre Letizia Battaglia ha parlato di loro come quando, in una intervista rilasciata a La Repubblica, ha detto: “le bambine hanno a che fare con me. Quando avevo dieci anni ero felice, libera. Sognavo tante cose: sarei diventata una scrittrice, avrei avuto il principe azzurro. Abitavo a Trieste, la mia infanzia è stata in parte in quella città. Poi siamo tornati a Palermo subito dopo la guerra. Appena arrivò un giovane che mi amava, così sembrava – avevo quindici anni – ho detto sì. Mi sono sposata, volevo tanti figli, volevo essere felice. Invece le cose sono andate in maniera un po’ diversa. Però oggi, pensando alla mia vita, sono certa di non averla degradata, sono contenta di come sono andate le cose, non mi sono venduta, sono libera, dico il mio pensiero e non ho paura di dirlo, questo rende la mia vita non miserabile”.