Un semplice progetto di costruzione di una strada a Cipro ha portato a scontri tra agenti di polizia turco-ciprioti e soldati dell’Onu, minacciando ulteriori problemi. Ne parla Die Presse, soffermandosi su quanto accaduto sull’isola mediterranea. Poliziotti turco-ciprioti hanno attaccato caschi blu slovacchi e britannici, ne hanno picchiati alcuni fino a mandarli in ospedale. La disputa riguarda una nuova via di approvvigionamento per gli abitanti turchi del villaggio di Pile, che in greco si chiama Pyla. Il villaggio, con i suoi 800 abitanti greci e 500 turchi, vicino a Larnaca, è etnicamente misto nella zona cuscinetto controllata dalle Nazioni Unite.
Le autorità turco-cipriote vogliono costruire la strada in modo che i turchi di Pile possano raggiungere più facilmente la parte turca dell’isola. Invece, l’Onu vuole impedirlo perché sono obbligati dal mandato delle Nazioni Unite a mantenere lo status quo nella terra di nessuno. Di conseguenza, quando venerdì alcuni di loro si sono opposti ai lavori, sono stati selvaggiamente attaccati. Il capo dei turchi dell’isola, Ersin Tatar, ha accusato i soldati dell’Onu di provare a impedire quello che è un «progetto umanitario». Il ministero degli Esteri turco ha confermato il suo sostegno ai connazionali a Cipro, precisando però che le azioni delle forze di pace sono inaccettabili. Il rischio è che gli scontri si riaccendano, visto che i lavori sono destinati a proseguire.
“TENSIONI POTREBBERO ESPLODERE IN QUALSIASI MOMENTO”
I soldati dell’Onu a Cipro hanno il compito di tenere separati greci e turchi nell’ex colonia britannica da oltre mezzo secolo. La Turchia nel 1974 rispose ad un colpo di stato greco a Nicosia con un intervento militare che ha diviso Cipro in un sud greco e un nord turco, che non è praticamente riconosciuto come uno Stato. Il sud fa parte dell’Unione europea dal 2004. Tutti i tentativi di riunificazione sono finora falliti. Inoltre, da sei anni non ci sono colloqui tra i gruppi etnici e il posto di rappresentante speciale delle Nazioni Unite per Cipro è vacante da due anni. Quella degli ultimi giorni è stata l’escalation più violenta degli ultimi anni, non a caso i leader delle Nazioni Unite e dell’Ue stanno reagendo con avvertimenti, consapevoli di quanto sia pericoloso questo conflitto irrisolto.
Il politologo Mensur Akgün dell’Università di Cultura di Istanbul a Die Presse ha spiegato che la situazione potrebbe esplodere in questo momento. Pare comunque che il litigio a Pile provenga dai turchi dell’isola e non dal loro protettorato a nord, che sta cercando di migliorare le relazioni con la Grecia e l’Ue. L’esperto di Turchia presso l’Università Panteion di Atene, Dimitrios Triantaphyllou, ritiene però che «le provocazioni non avrebbero senso per Ankara in questo momento». Dunque, sospetta che probabilmente i rivoltosi sono gli oppositori ai negoziati per un riavvicinamento tra le due parti sull’isola.