Scoperti reperti fossili “attribuibili a 9 individui di uomo di Neanderthal“. Ad oltre 80 anni dalla scoperta della Grotta Guattari a San Felice Circeo (LT), è una ricerca della Soprintendenza archeologica di Frosinone e Latina in collaborazione con l’Università di Tor Vergata a far venire a galla elementi di assoluto interesse storico. A dare l’annuncio della scoperta è stato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, che ha parlato di “ritrovamento eccezionale che arricchisce le ricerche sul tema”. Il lavoro ha fatto emergere anche resti di iena, rinoceronte, elefante, cervo gigante, dell’orso delle caverne e di altri animali. Marco Rubini, direttore del servizio di antropologia della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina ha spiegato: “Con questa campagna di scavo abbiamo trovato numerosi individui, una scoperta che permetterà di gettare una luce importante sulla storia del popolamento dell’Italia. L’uomo di Neanderthal è una tappa fondamentale dell’evoluzione umana, rappresenta il vertice di una specie ed è la prima società umana di cui possiamo parlare”.
CIRCEO, “SCOPERTI REPERTI 9 UOMINI NEANDERTHAL”
Scoperta casualmente nel 1939, la Grotta Guattari, dove sono stati ritrovati i reperti fossi di 9 individui di uomo di Neanderthal venne studiata a suo tempo dal paleontologo Alberto Carlo Blanc. La sua eccezionalità è dovuta ad un crollo che circa 60 mila anni fa la seppellì sepolta sigillandone l’apertura: al di sotto, dunque, tutto è rimasto com’era, rendendo la grotta uno dei siti al mondo di maggior interesse archeologico. I resti degli uomini di Neanderthal sono stati rinvenuti, grazie all’utilizzo di nuove tecnologie, in un’area della grotta finora inesplorata anche dallo stesso Blanc. Si tratta del “Laghetto”, così chiamato per la presenza di acqua nei mesi invernali. Lì sono stati ritrovati diversi resti umani, tra cui una calotta cranica, un frammento di occipitale, frammenti di cranio (tra i quali si segnalano due emifrontali), frammenti di mandibola, due denti, tre femori parziali e altri frammenti in corso di identificazione. Francesco Di Mario, il funzionario archeologo della soprintendenza che dirige lo scavo, come riporta Rai News, ha spiegato che finora gli scheletri umani ricomposti “appartengono tutti a individui adulti, fatta eccezione forse solo per uno che potrebbe essere di un giovane”. Tra loro una sola femmina. Non si tratta di persone vissute tutte nella stessa epoca: i più vicini sarebbero vissuti tra i 50 mila ed i 68 mila anni fa, il più antico addirittura tra i 100 mila ed i 90 mila anni fa.