Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri nonché esponente di Fratelli d’Italia, ha commentato ai microfoni di La Repubblica la visita della Premier Giorgia Meloni a Kiev in occasione del primo anniversario della guerra in Ucraina. “Mi aveva detto che ci teneva sul piano umano. Da madre è stata molto segnata dalle prime immagini della guerra, i bambini e le famiglie sotto le bombe. Vuole dare un segnale”, ha rivelato.
“Era giusto. Ci andrà anche il ministro degli Esteri. Chi dall’opposizione ha voluto polemizzare per indebolire la presidente non capisce che fa un danno alla credibilità del Paese”, ha aggiunto. In merito alla presunta spaccatura della maggioranza sul tema del conflitto, invece, non c’è molto da dire. “L’Italia sarà al fianco dell’Ucraina finché necessario. Senza esitazioni. Quella su Silvio Berlusconi è una polemica inutile. Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha chiarito ad ogni occasione il sostegno del partito alla resistenza ucraina”.
Cirielli: “Serve ripristinare confini internazionali”. Il futuro della guerra in Ucraina
Edmondo Cirielli, oltre a ribadire il sostegno all’Ucraina, ha anche parlato delle sorti della guerra. “È giusto lavorare da subito alla fine del conflitto. Ma che sia una pace giusta, col ripristino dei confini internazionali del 24 febbraio di un anno fa. Il Donbass? Sarà Kiev a definire i suoi obiettivi. Prima o poi si dovrà istituire un tavolo di negoziati per un cessate il fuoco”, ha sottolineato.
È per questo motivo che l’Italia continuerà a tendere la mano al Paese invaso. “Non escludiamo nulla. Agiamo nel rispetto della Carta dell’Onu. Ogni mezzo anche militare che serva a difendere l’Ucraina è sul tavolo. Quanto ai jet, dipende quali. Gli F-35 sono fuori discussione, si può avviare un discorso sui caccia bombardieri Amx. Ascolteremo le richieste ucraine. L’Ucraina ha diritto di difendersi. La Premier è consapevole dell’insofferenza di una parte dell’opinione pubblica verso il conflitto e le sue conseguenze. Per questo era importante spiegare ora le ragioni profonde del nostro aiuto a Kiev”, ha concluso.