La crisi di Governo per un navigatissimo esperto dei palazzi politici come Paolo Cirino Pomicino è come bere un bicchier d’acqua: figura della Dc centrale nella Prima Repubblica propio per le ‘trattative’ tra correnti tra i diversi Governi democristiani, l’ex Ministro a La Verità prova a delineare tutte le mancanze e le problematiche della crisi del Governo Conte-2. «Nella Prima Repubblica ne ho viste tante, ma la stabilità politica è durata 40 anni: le crisi di allora non trasferivano incertezza a imprese e famiglie e all’intera società. C’era un partito come la Democrazia cristiana che era l’architrave del sistema politico», sottolinea Cirino Pomicino facendo l’esempio del 1976 quando l’Italia funestata da bombe e Brigate Rosse si trovava in maniera, paradossalmente, meno destabilizzata di oggi grazie al Governo ‘monocolore’ Dc.



«Oggi quale partito ha la cultura e la forza per essere l’architrave del sistema politico? Nessuno, perché tutti hanno resettato ogni riferimento culturale e sono stati divorati dal personalismo politico», nota ancora Cirino Pomicino. Ne ha per tutti e con tutti, individuando nel passaggio dal proporzionale al maggioritario uno dei problemi centrali per “l’abolizione di ogni radice culturale all’interno delle realtà politiche”: «68 crisi in 75 anni di Repubblica? Le urne anticipate non sono un obbligo o un dovere, ma se diventassero una necessità non finirebbe il mondo».



“CRISI GOVERNO? COLPA IMMOBILISMO PD”

Per Cirino Pomicino le istanze denunciate da Renzi contro il Governo Conte non solo sono comprensibili ma sono anche giuste, «ma sconta un passato di arroganza che richiederebbe oggi un garbo democristiano, ricordando che il leader vero è quello che convince, non quello che ordina». Ma è qui che scatta la “provocazione” dell’ex Dc sempre dalle colonne de La Verità: «la responsabilità è anche di chi vedendo crescere la polemica non avrebbe dovuto lasciare il pallino nelle mani del premier. I due maggiori partiti avrebbero dovuto organizzare un confronto nella maggioranza. L’immobilismo ha fatto sì che il governo sia diventato il soste- nitore dei partiti. Attenti a questa inversione dei ruoli».



L’iniziativa deve essere presa da Pd e M5s, ma sui secondi Cirino Pomicino non ci ha mai scommesso («ridicole posizioni che li contraddistinguono dalla nascita»): il Partito Democratico invece è «il grande problema politico del Paese. Stanno consumando le due culture che hanno promosso nel Novecento i grandi partiti di massa. Oggi i dem non sono né socialisti né comunisti né democristiani. Lo dissi 11 anni fa a due autorevoli rappresentanti Dc e Ds: state divisi e governerete per 20 anni, vi siete messi insieme e rischiate di morire abbracciati». Ricetta in mano a Cirino Pomicino? La consueta, ovvero una mossa aggreditrice di centro che aiuti anche il recupero «delle radici liberali e popolari che produssero il miracolo economico negli Anni 50-60. Azione, Più Europa, Italia Viva, Centro democratico… sono tante le espressioni di cultura centrista, liberale e democristiana. Basta con i partiti personali, si rilancino passione e cultura. Il potere senza di esse è un soffio di vento»