Alberto Cirio come Aldo Moro nell’immagine nota del presidente della Democrazia Cristiana rapito dalle Brigate Rosse. Il volto del presidente della Regione Piemonte è comparso su un volantino oggi a Torino, nella zona del centro sociale Askatasuna. Gli autori hanno sovrapposto il volto del governatore a quello del leader democristiano che 42 anni fa fu rapito e ucciso. La foto è quella purtroppo famosa tristemente con la bandiera delle Brigate Rosse sullo sfondo. Sotto c’è la scritta “i cosplayer che vogliamo”. I cosplayer sono fan mascherati di solito dai protagonisti delle serie manga e di fantascienza. Sulla vicenda comunque sta indagando la Digos, che ha acquisito i volantini stampati su fogli A4. L’attacco ad Alberto Cirio arriva all’indomani dell’invio di due proiettili calibro 9×21 al magistrato Elena Bonu del Tribunale di sorveglianza, che ha formato l’ordinanza con cui sono state respinte le richieste di misure alternative per Dana Lauriola, portavoce dell’ala dura del movimento No Tav ed esponente di spicco del centro sociale di corso Regina Margherita.
CIRIO COME ALDO MORO RAPITO DALLE BR: INDAGA DIGOS
Nella mattinata di oggi, mercoledì 30 settembre 2020, è avvenuto un altro rinvenimento. La polizia ha trovato intorno a Palazzo di Giustizia una ventina di volantini con un collage di foto dei rappresentanti delle istituzioni. “La mafia del Tav siede in prefettura, questura, tribunale: smascheriamo la cupola!”, era scritto sopra le fotografie del questore di Torino Giuseppe De Matteis, del prefetto Claudio Palomba, del capo della Digos Carlo Ambra e di diversi magistrati. Nei volantini si faceva preciso riferimento alle vicende giudiziarie che hanno coinvolti diversi No Tav collegati al centro sociale Askatasuna. “Solidarietà al governatore della Regione Piemonte Cirio, vittima di una spregevole e indegna intimidazione”, il commento indignato di Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, riguardo i manifesti su Alberto Cirio. “La politica è dibattito, dissenso, confronto anche acceso, ma non può mai scadere in azioni indecenti e minacciose come quella di Torino. Forza Alberto, avanti, con più convinzione di prima”.