Continuano ad emergere nuovi inquietanti dettagli in merito al caso di presunto stupro di gruppo che vede coinvolto il figlio di Beppe Grillo, Ciro, insieme ai suoi tre amici: Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Il quotidiano La Verità ha riferito la ricostruzione contenuta nell’avviso di chiusura delle indagini e relativa a quella terribile notte nella quale le due amiche S. J. e R. M. finirono col diventare vittime del branco dopo una serata all’insegna dell’abuso di alcol. Non si parla di video ma ci sarebbe una foto definita compromettente e che vede come protagonista proprio Ciro Grillo. Si legge in merito, come scritto dal procuratore Gregorio Capasso e dalla pm Laura Bassani: “In particolare Grillo, alla presenza di Capitta che scattava fotografie per immortalarlo e di Lauria, appoggiava i propri genitali sul capo di R. M., la quale, in stato di incoscienza perché addormentata, era costretta a subire tale atto sessuale”. Lo scatto in questione è stato depositato ed è a disposizione delle parti. Il caso, come scrive il quotidiano, potrebbe ora scuotere anche il mondo politico ed in particolare negli equilibri del M5s e ci si chiede quale possa essere la reazione del padre Beppe. Vero è che il processo di Tempio Pausaniacontro Cito Grillo ed i suoi amici potrebbe rappresentare una vera e propria mina.
CIRO GRILLO ACCUSATO DI STUPRO: FAMIGLIE VITTIME NON SI ARRENDONO
Nei mesi scorsi era stata sottolineata la lentezza delle indagini nel caso di Ciro Grillo e c’era chi aveva ipotizzato anche una archiviazione anche alla luce dei tempi: le indagini in questo caso sono state chiuse 493 giorni dopo il fatto e fino all’eventuale rinvio di giudizio potrebbero passarne ancora molti altri, complice in parte il blocco causato dal lockdown. Certamente sarà difficile per gli indagati mettere tutto a tacere ed il fatto che le famiglie delle vittime abbiano scelto il massimo riserbo non significa che siano disposte a cedere. Alla luce della lentezza con la quale il procedimento andava avanti, la famiglia di S. J. ha deciso di ingaggiare l’avvocato Giulia Bongiorno, tra i più quotati in Italia. “La sola influenza che abbiamo noi è di scegliere una persona che può ben rappresentare nostra figlia”, ha commentato il padre di una delle vittime, norvegese di origine e milanese di adozione. “Noi ovviamente speriamo che nel nostro caso si vada a processo e che tutto proceda secondo giustizia”, ha aggiunto. Pur avendo dimostrato di non fidarsi pienamente del nostro sistema giudiziario, l’uomo aveva dimostrato di tenere a cuore solo il benessere della figlia: “Io sono il padre che deve stare vicino alla figlia e basta […] purtroppo una ferita fisica, un virus può passare, ma i danni che fanno le persone, questi trasgressori, non vanno via facilmente”. Il banchiere e padre della seconda vittima è ancora più riservato. Secondo La Verità non avrebbe preso un avvocato né si sarebbe costituito parte civile. E Grillo non ha mai smesso di essere attivo sui social.