“Facciamo un processo a porte aperte”. A chiederlo gli avvocati di Ciro Grillo e degli amici genovesi – Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta – accusati di violenza sessuale di gruppo. Ieri sono stati protagonisti di uno scontro a distanza con la collega Giulia Bongiorno, che difende la presunta vittima, la ragazza che ha denunciato i quattro per la violenza subita. La bufera è scoppiata quando nell’udienza di lunedì 8 marzo, sempre a porte chiuse, hanno appreso un commento della Bongiorno, assente in aula, da alcune agenzie di stampa. Il legale si esprimeva sull’unica teste convocata per la giornata a Tempio Pausania, Adelaide, che era una delle migliori amiche di Silvia, con la quale ora non è più in contatto e con la quale all’epoca si era confidata subito dopo i fatti. Ebbene, ha confermato quel racconto. “La deposizione della teste ci dà un riscontro dell’autenticità su quanto dichiarato dalla mia assistita”, il commento di Giulia Bongiorno. Ma la teste aveva confermato in aula anche che Silvia le confidò di essere ubriaca quando fu violentata.



“Mai detta una cosa del genere”, ha poi chiarito l’avvocato Giulia Bongiorno, come riportato dal Corriere della Sera. Ormai la polemica era scoppiata, quindi è stato chiesto ufficialmente al presidente del tribunale di aprire le porte ai media per questo processo. Ma non accadrà, come evidenziato dal quotidiano, a causa della delicatezza del caso e del tipo di reati contestati. Adelaide, comunque, ha parlato di Silvia “offuscata” dall’alcol, confermando quanto detto a verbale, invece per i legali degli imputati quanto dichiarato è “una conferma dei nostri dubbi”. Come quelli sui lividi visti nelle fotografie ricevute via Snapchat, che poi distrugge le immagini dopo la visualizzazione. “Come ha fatto a vedere così bene i lividi che descrive in così pochi secondi?”, si chiedono i legali. La prossima udienza è fissata al 12 aprile. (agg. di Silvana Palazzo)



Ciro Grillo, la testimonianza di Adelaide

La settima udienza del processo per violenza sessuale a carico di Ciro Grillo e dei suoi tre amici Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, si è svolta nelle scorse ore a Tempio Pausania. I giovani genovesi sono stati denunciati da Silvia (nome di fantasia) per i fatti avvenuti la notte del 16 luglio 2019 a Porto Cervo, dove si trovavano in vacanza, nella villetta di proprietà di Beppe Grillo, garante del M5S nonché padre dell’imputato. L’allora diciottenne presentò denuncia soltanto dopo essere rientrata a Milano, su spinta della mamma che aveva notato dei cambiamenti in lei. La donna non è tuttavia l’unica testimone.



In aula questo pomeriggio, come riportato da Repubblica, i pm hanno ascoltato Adelaide, un’amica della presunta vittima. È proprio con lei che la italo-norvegese si è confidata al telefono poche ore dopo avere subito la violenza. Inizialmente la teste ha affermato di non ricordare quali fossero state le dichiarazioni rilasciate dai Carabinieri ai tempi, ma dopo la rilettura del verbale ha confermato la sua versione. “Il 17 luglio ho sentito Silvia, era offuscata, come se avesse bevuto”, ha ricordato. “Ricordo di alcune foto di lei, in reggiseno davanti allo specchio, sia frontalmente che di profilo, in cui si vedevano chiaramente alcuni lividi sul costato a sinistra, sulla scapola destra e sulla coscia all’altezza del bacino lato destro. Ricordo che mi scrisse di avvertire anche dolori alle parti intime, non riusciva a urinare”. Le foto in questione, tuttavia, sono andate perdute, poiché Snapchat, l’applicazione con cui furono inviate, le cancella automaticamente dopo la visualizzazione.

Ciro Grillo, va avanti il processo: in aula Adelaide, amica di Silvia

Adelaide, l’amica di Silvia, la giovane italo-norvegese che ha accusato di violenza sessuale i genovesi Ciro GrilloEdoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, avrebbe dovuto rendere la sua testimonianza in aula lo scorso 8 febbraio. In quella udienza, tuttavia, la testimonianza della mamma della vittima andò per le lunghe, tanto da portare al rinvio. “Mia figlia dopo quei fatti è una persona diversa, un corpo che cammina. Alla sera ogni tanto mi guarda e dice che è stufa di respirare”, aveva affermato la donna. Insieme alla giovane, come ricostruisce La Nuova Sardegna, sarebbe dovuto essere ascoltato anche Alex Cerato, un amico della allora diciottenne che era con lei al Billionaire prima che si recasse nella villetta di Porto Cervo e che l’ha rincontrata il giorno successivo. Il ragazzo però non era presente in aula, probabilmente verrà sentito successivamente.

Era assente a Tempio Pausania in queste ore anche Giulia Bongiorno, avvocato di Silvia, sostituita dal collega Dario Romano. Dopo la fine dell’udienza, tuttavia, la legale ha commentato con soddisfazione la testimonianza resa da Adelaide. Essa è “il riscontro dell’autenticità di quanto dichiarato dalla mia assistita e del fatto che l’avevano costretta a bere”, ha affermato. La difesa, rappresentata dagli avvocati Andrea Vernazza, Enrico Grillo, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Alessandro Vaccaro, Mariano Mameli ed Antonella Cuccureddu, punta invece a dimostrare che si è trattato di un rapporto consensuale. È per questo motivo che nelle prossime udienze chiamerà a testimoniare David Enrique Obando, ventenne norvegese di origini nicaraguensi, figlio di un noto politico di Oslo, accusato dalla presunta vittima di un altro stupro, precedente a quello in questione e mai denunciato. Egli sostiene infatti che allora la ragazza si inventò tutto.