Novità importanti nel caso di Ciro Grillo. La scorsa settimana era attesa la decisione del giudice che alla fine ha deciso di prendere tempo rimandando a novembre la decisione se processare il figlio del fondatore del M5s e i suoi amici accusati di violenza sessuale di gruppo da due ragazze milanesi per i fatti avvenuti nell’estate di due anni fa. I legali di entrambe le parti hanno definito decisivi testimoni e file audio, chiedendo così di poter ammettere nuove prove che dopo il benestare del gup dovranno essere depositate entro il 20 ottobre prossimo. Parlando della sua assistita, presunta vittima, l’avvocato Giulia Bongiorno ha commentato: “Se la mia assistita avesse fatto calcoli non avrebbe neppure denunziato. E’ una persona schietta e serena, in questo momento forse non lo è più”. Nel dettaglio, sia la difesa che l’accusa punterebbero su un file audio della vittima inviato ad un’amica norvegese.



Se per la difesa della ragazza quell’audio evidenzierebbe tutta la sua fragilità ed incapacità a ribellarsi a quella violenza, per la difesa dei ragazzi si tratterebbe invece della prova del consenso della ragazza al sesso, e dunque nessuno stupro. Il prossimo appuntamento in aula è il prossimo 5 novembre, mentre il 12 novembre si dovrà decidere se mandare Ciro Grillo ed i tre amici a processo.



CASO CIRO GRILLO, AUDIO PRESUNTA VITTIMA UTILE A DIFESA O ACCUSA?

L’avvocato Taormina, ospite in collegamento della trasmissione Iceberg ha commentato le ultime novità sul caso Ciro Grillo asserendo: “La produzione di prove in ambito di udienza preliminare è consentita solo con riferimento alle prove della difesa”, sebbene l’audio della presunta vittima sia stato richiesto anche dal suo avvocato. Ad intervenire è stata anche l’avvocato Elisabetta Aldrovandi che ha commentato: “Secondo me qui si parte da un presupposto sbagliato che si evidenzia anche nel video che ha fatto il padre Beppe Grillo ossia che una violenza sessuale presupponga necessariamente una violenza fisica sulla vittima e il tentativo della vittima di difendersi e quindi di evitare quella violenza”. Ma questo, ha aggiunto l’avvocato Aldrovandi, non sempre così: la vittima potrebbe non reagire perché sotto effetto di alcol, droga o perché irrigidita dal terrore. “Certo è che quell’audio prodotto potrebbe essere soggetto ad una duplice interpretazione”, ha aggiunto. Tornando sulla conversazione tra la ragazza e l’amica norvegese avvenuta il giorno dopo la presunta violenza, l’avvocato Taormina ha commentato: “Tutti i comportamenti anche successivi al momento in cui si è verificato un reato sono importanti sia perché possono essere prove di per se stesse sia perché possono aiutare ad interpretare i fatti che si sono verificati”. A suo dire l’audio sarebbe “molto ben utilizzabile a favore della difesa”, ha proseguito.

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