Dopo una lunga e sofferta riunione tra gli avvocati ed i genitori, alla fine è giunta la difficile decisione: Ciro Grillo e gli altri tre amici accusati del presunto stupro di gruppo hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario nell’ambito del processo in cui sono imputati a Tempio Pausania. Scartato, quindi, il rito abbreviato che avrebbe permesso in caso di condanna di poter godere di uno sconto di pena di un terzo. A darne notizia in queste ore è il quotidiano Corriere della Sera che parla di una conclusione molto sofferta in quanto non pienamente condivisa da tutti i quattro imputati. Due di loro, infatti, avrebbero voluto affrontare il processo con rito abbreviato. Alla fine però avrebbe prevalso la decisione di restare uniti, nonostante i gravi rischi che ciò comporterebbe, a partire dalla eventuale condanna.



Ciro Grillo, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia dovranno tutti rispondere dell’accusa di violenza sessuale di gruppo per i fatti avvenuti la mattina del 17 luglio 2019 in Sardegna proprio a casa del figlio del fondatore del M5S. A far esplodere il caso, la denuncia da parte della 19enne italo-norvegese, Silvia, la quale quella sera si trovava con i quattro giovani – all’epoca dei fatti anche loro 19enni – con l’amica Roberta. Quest’ultima, mentre dormiva, sarebbe stata oggetto di foto e video da parte dei ragazzi in atteggiamenti osceni.



Ciro Grillo e 3 amici scelgono rito ordinario: due di loro optavano per quello abbreviato

L’inchiesta sul caso Ciro Grillo ha avuto un’ampia eco mediatica soprattutto dopo il video di Beppe Grillo in difesa del figlio e dei tre amici. Con la chiusura delle indagini il procuratore Capasso e la sua sostituta Laura Bassani avevano chiesto il rinvio a giudizio per i quattro ed entro la giornata di ieri le parti avrebbero dovuto indicare la scelta sulle modalità di processo, ordinario o abbreviato. E così è stato, con l’arrivo della decisione finale che sarà comunicata al giudice molto probabilmente lunedì mattina.



È possibile che in questo arco di tempo le cose possano cambiare, ma dopo tanto tempo a riflettere appare piuttosto difficile un colpo di scena repentino. Alla riunione i legali hanno preferito anche la presenza dei genitori degli imputati in modo che tutti fossero consapevoli dei rischi del processo in caso di condanna, dal momento che si va da un minimo di 6 ad un massimo di 12 anni di reclusione. I fatti contestati sono avvenuti pochi giorni prima dell’entrata in vigore del codice rosso. In questo caso i quattro avrebbero rischiato, in caso di condanna da un minimo di 8 ad un massimo di 14 anni di carcere. Questo avrebbe probabilmente portato Edorardo Capitta e Vittorio Lauria a optare per il rito abbreviato. I più convinti del rito ordinario sono invece Ciro Grillo e Francesco Corsiglia.