Nessuna vittimizzazione secondaria. L’avvocato del pool di difesa Antonella Cuccureddu ha commentato la deposizione della principale accusatrice di Ciro Grillo e dei suoi tre amici, facendo riferimento alla forma di colpevolizzazione della vittima, fenomeno per il quale le vittime di un reato subiscono una seconda aggressione. Ma per Cuccureddu non c’è stata “assolutamente“, in quanto “la ragazza personalmente ha detto ‘io voglio rispondere a tutte le domande’“. Di parere diverso l’avvocato Giulia Bongiorno, legale della ragazza italo-norvegese, che a proposito della nuova udienza del processo per violenza sessuale di gruppo ha dichiarato: “Quella di oggi è un’udienza nella quale gli avvocati degli imputati, facendo il loro lavoro, stanno facendo una serie di domande di caccia all’errore. Come spesso capita in questi processi, è come se la persona offesa che ha denunciato qualcosa di grave fosse improvvisamente sul banco degli imputati“. Bongiorno, come riportato dall’AdnKronos, ha aggiunto che sono state poste domande “su come è vestita, sulle precedenti frequentazioni, sulla scuola cattolica; dirette a tratteggiare una personalità che la mia assistita ha sempre respinto“.
Per quanto riguarda la chat della ragazza, quest’ultima ha riferito “che in realtà per lei il sesso è sacro“. L’avvocato Bongiorno, infatti, ha chiarito: “Ci sono delle chat che sono come le scatole nere degli aerei. Nella scatola nera, cioè, si trova la verità. E nella chat lei dice che per lei il sesso è sacro. Una cosa è scherzare, avere atteggiamenti amichevoli, ma a lei dava fastidio quando una norvegese veniva considerata una persona leggera“. Questa la linea che secondo il legale della ragazza emerge in modo documentale. Riguardo il rischio di vittimizzazione secondaria per la sua assistita, ha chiarito come riportato dall’AdnKronos: “In Italia è abbastanza frequente che si facciano domande dirette a screditare i testi, capita sempre. Io non metto sul banco degli imputati gli avvocati. Io assisto in questo momento una ragazza che ieri ha dovuto rivivere questa vicenda. E che la notte scorsa non ha chiuso occhio. Una ragazza che, come se volesse essere il più precisa possibile, ma che cade in momenti di grande sconforto; in cui vorrebbe che finisse tutto ma con grande rigore sta andando avanti“.
Anche durante il controesame la presunta vittima dello stupro è scoppiata a piangere, col presidente Marco Contu che ha sospeso l’udienza per qualche minuto. Ma per le difese “sono numerose le contraddizioni emerse dal controesame della ragazze“. A ribadirlo l’avvocato Mariano Mameli, legale di Edoardo Capitta, uno dei quattro ragazzi accusati di violenza sessuale di gruppo. “Anche oggi la nostra assistita ha attraversato un mare di ricordi e di sofferenze ricostruendo in modo puntuale le violenze subite“, ha replicato l’avvocato Bongiorno. Inoltre, ha rivelato che la sua assistita “non ha mai voluto rivedere le immagini delle violenze sessuali filmate dai ragazzi stessi e che sono agli atti del processo“. Si è rifiutata di farlo anche durante la preparazione dell’esame. Nelle prossime udienze, però, i legali degli imputati vorrebbero mostrare il video in aula. “Non so cosa succederà se sarà proiettato in aula, ma ogni volta che gliel’ho chiesto, non ha mai voluto saperne“, ha ribadito Bongiorno. (agg. di Silvana Palazzo)
PROCESSO CIRO GRILLO E AMICI: AL VIA CONTROESAME
Tempio Pausania: nel processo che si celebra a porte chiuse a carico di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, nuova udienza con il controesame della presunta vittima dello stupro di gruppo che si sarebbe consumato nel 2019 in una villa in Sardegna. Le difese dei quattro imputati intervengono con le domande alla giovane che parlerà in aula, per il secondo giorno consecutivo, dopo aver raccontato il dramma che avrebbe vissuto durante e dopo i fatti oggetto della sua denuncia.
La studentessa italo-norvegese, 19enne all’epoca dei fatti, ieri ha risposto alle domande del procuratore Gregorio Capasso e della parte civile rappresentata dagli avvocati Giulia Bongiorno e Dario Romano. Una deposizione difficile in cui avrebbe descritto momenti chiave della vicenda: “Mi hanno costretta a bere, poi il blackout. Ero paralizzata, non riuscivo a muovermi. E dopo la stupro ho tentato più volte il suicidio“. I pool difensivi oggi saranno impegnati nel controesame, come riportato dall’Ansa: “Ci saranno tutte le domande dei legali degli imputati e le contestazioni – ha spiegato l’avvocato Gennaro Velle, difensore di Corsiglia –. È importante valutare la credibilità della denunciante. Il processo si gioca sulla credibilità e l’attendibilità della ragazza. Certamente ci sono elementi di contraddizione rispetto alle dichiarazioni rese dall’altra ragazza e rispetto a elementi ulteriori, a cominciare dai contenuti dei telefoni“.
Processo Ciro Grillo: in aula il racconto della presunta vittima
Nel corso della sua deposizione fiume, la ragazza che ha denunciato la presunta violenza sessuale di gruppo attualmente oggetto del processo che vede imputati Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, avrebbe ripercorso la vicenda tra le lacrime. Si tratta della principale accusatrice del figlio del fondatore dei 5 Stelle e dei tre amici le cui rispettive difese, nelle prossime ore, passeranno al controesame della presunta vittima.
“Una ragazza distrutta, devastata, che ha fatto una deposizione tra i singhiozzi“. Così l’avvocato di parte civile Giulia Bongiorno ha decritto le condizioni della ragazza che ha denunciato il presunto stupro di gruppo che sarebbe avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 in una villa in Sardegna. “Credo che per un legale queste giornate siano le più difficili, le più complicate e le più dolorose perchè vedere una persona che ha parlato di suicidio, di atti di autolesionismo, di corse verso i binari per farsi mettere sotto il treno non è facile. A volte queste cose si banalizzano, ma invece sono di una gravità inaudita“, ha sottolineato Bongiorno. A un certo punto della deposizione, la ragazza avrebbe avuto un crollo emotivo e si sarebbe commossa al punto da rendere necessaria una sospensione dell’udienza per consentirle di riprendersi. Ma successivamente, il suo racconto sarebbe stato comunque costellato di lacrime: “Non sentivo più il mio corpo – avrebbe detto a un certo punto la ragazza, riporta Il Corriere della Sera, nel ricordare le fasi della presunta violenza –, nemmeno le braccia. Non riuscivo a muovermi“.