Prenderà il via domani il processo a Ciro Grillo e ai suoi amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, accusati di stupro da parte di una giovane in Sardegna. In aula ci saranno le forze dell’ordine, precisamente cinque marescialli, un luogotenente e un capitano delle Compagnie di Milano Duomo, appunto, e Genova San Martino, così come riferito dal Corriere della Sera nella sua edizione online. Si esaminerà in particolare un verbale redatto dalle stesse in cui si legge: «Si dà atto che non è stato possibile procedere alla perquisizione personale in quanto il nominato in oggetto è stato prelevato dalla spiaggia dagli operanti in costume da bagno e si è vestito in presenza degli stessi». Gli operati, ricorda il quotidiano di via Solferino, sono gli agenti di polizia giudiziaria della Compagnia dei carabinieri di Milano Duomo, mentre il «nominato in oggetto» è Ciro Grillo, il figlio del fondatore del Movimento Cinque Stelle.
Era il 22 agosto di tre anni fa quando i quattro ragazzi tutti di Genova, oggi 22enni, scoprono di avere qualche possibile guaio con la giustizia. Il giornale milanese sottolinea come da quel momento i perquisiti inizino a chiamarsi fra di loro, ad esempio Vittorio Lauria chiama Francesco Corsiglia sul telefonino di suo padre. «Qualcosa che ho fatto in Sardegna… non ho capito… Fra, non ho capito cosa è successo», dice. E Lauria replica: «Ma quindi ci sono di mezzo anche io?». E ancora, Edoardo Capitta che chiama Vittorio e gli spiega che «mi ha chiamato la polizia, ha chiamato anche te?». «Sì, sì», risponde lui. «Ma per cosa, scusa? Che abbiam fatto?». «Non lo so, mi stanno venendo a prendere», annuncia. «Anche a me al porticciolo, mi han detto di vederci lì» (è a Genova). Vittorio ha quindi raccontato all’amico di aver provato a chiedere spiegazioni «ma quello mi fa: “non si può dire al telefono”… Io c’ho paura che quella lì ci abbia denunciato».
CIRO GRILLO, IL RESOCONTO DI QUANTO ACCADUTO IN CASERMA
In aula ci saranno anche i legali dei quattro imputati, mentre non ci saranno gli avvocati delle due presunte vittime. Fra gli atti firmati dai carabinieri-testimoni vi sono anche i resoconti di quanto accaduto nella sala d’attesa della caserma di Genova il primo settembre del 2019, tutto tra l’altro videoregistrato. E il Corriere della Sera ricorda che “c’è Edoardo Capitta che fa il gesto delle manette agli amici quando li vede arrivare, con sua madre che gli dice di «non fare lo stupido e non ridere». C’è Ciro che dice agli altri: «In questi giorni non dobbiamo né vederci né frequentarci anche se non abbiamo nulla da nascondere» e sua madre che lo invita a parlare d’altro. Ma lui insiste, lei sbotta: «Sei veramente uno stupido, stai zitto». I carabinieri fanno uscire gli accompagnatori e i ragazzi restano soli. La scena è descritta così: Ciro si porta le mani vicino alle orecchie per dire «ci ascoltano». E Vittorio: «Siamo indagati ma sappiamo di essere innocenti»”. Attesi importanti aggiornamenti nella giornata di domani sul processo a Ciro Grillo e ai suoi amici.