In attesa della prossima udienza nell’ambito del caso che vede Ciro Grillo ed i suoi tre amici accusati di violenza di gruppo a scapito di due ragazze, La Verità dedica oggi un lungo articolo al racconto che l’accusatrice di Grillo avrebbe fatto ad una sua amica il giorno successivo al presunto stupro. E’ il 18 luglio 2019 quando la giovane si sfoga con Mya, amica norvegese, con la quale inizia una vera e propria “seduta di autoanalisi” che sarebbe culminata con un vocale di 14 minuti e 45 secondi in cui torna a pensare alle precedenti parole con le quali l’amica ha tentato di tirarla su. Tra le tante cose, anche: “Sappi che ciò che quei ragazzi ti hanno fatto è stata pura manipolazione e approfittarsi di te. Non importa che non gli abbia gridato di fermarsi o altro. Ti hanno manipolato, umiliandoti […]. Tu sei abbastanza insicura e loro ti hanno usato”. Alle considerazioni di Mya, S. avrebbe risposto con un lungo e sofferto vocale in inglese che racchiude il suo sfogo più intimo e che il quotidiano riporta quasi integralmente. “Sì, mi sono sentita super usata, non so, è stato bruttissimo, cioè, proprio usata e gettata via, quasi solo per divertimento e, non lo so, sto così male che voglio ricominciare da capo, ma per davvero, e non so cosa fare, come si fa…”, avrebbe detto la giovane accusatrice di Grillo e degli altri ragazzi.



CIRO GRILLO, PRESUNTA VITTIMA: L’AUDIO ALL’AMICA

Dalle parole della giovane che avrebbe subito la presunta violenza di gruppo emerge tutto il suo disagio interiore al punto da arrivare a dire: “Sai, pensavo e me lo ripetevo quasi ad alta voce, che non merito niente e che non valgo un cazz*, e qualunque cosa quei ragazzi mi hanno fatto probabilmente me lo merito. Ecco perché ero come fuori di me e probabilmente li ho lasciati fare, ma poi non ho più potuto controllare nulla, perché non ho mai voluto che succedesse nulla e anche il modo in cui lo hanno fatto, non lo so, è terribile”. Ed arriva persino quasi ad accusare l’amico che l’avrebbe presentata ai suoi presunti stupratori: “quando ero in discoteca era come se stesse sempre cercando di vendermi a ragazzi e a cose che non voglio più”, prosegue. La ragazza ha poi rivelato all’amica anche le confidenze fatte al suo istruttore di kitesurf quando gli aveva confidato il precedente stupro subito in Norvegia da un suo caro amico e spiega anche la sua volontà di voltare pagina e tornare a Milano. Nel suo spietato sfogo ammette anche di non potersi fidare dell’amica che era con lei quando è accaduto il presunto stupro. Ammette di aver vissuto un periodo molto difficile, dice di sentirsi sola e crede sia arrivato il momento di andare da uno psicologo.



LA SPIETATA AUTOANALISI DI S.

L’autoanalisi di S. è proseguita senza filtri e nel corso dell’audio fiume all’amica ha confidato: “Ho sempre detto che magari in discoteca a volte esco di testa e finisco proprio per andare a letto con qualcuno. Ok, va bene, cioè non va bene, ovvio, ma alla fine può sembrare che non sia così grave, almeno per me è ok, è successo amen, chi se ne frega. Tipo due sere fa sono andata con uno e, te l’ho sempre detto”, ma ammette di sentire l’esigenza di avere dei rapporti non così superficiali. E si autoaccusa di non rispettarsi e di non avere un rapporto facile con il suo corpo: “Per esempio quando non mangio vomito, vomito che mi lascerei morire di fame, quasi mi distruggo… come tutti questi lividi che ho”, dice ancora all’amica. E si ripromette di voler smettere di bere al fine di essere più lucida e potersi prendere cura di sè. Ripensando a quanto accaduto ha ancora aggiunto: Non lo so se è stata colpa mia o meno quella sera, ma giuro che è stato difficile evitarlo […] non riuscivo a fermare nessuno, se no lo avrei fatto, davvero lo avrei fatto”. Nei giorni seguenti a questo vocale, S. ha denunciato i quattro ragazzi, suoi presunti aggressori.

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