Davanti al Tribunale di Tempio Pausania per la sesta volta, la vittima di stupro di gruppo che vede tra gli imputati Ciro Grillo, raconta: “Mi sento come una sopravvissuta”. Dopo aver passato la sesta giornata in un’aula di giustizia, rivela di aver risposto a “1.400 domande soltanto nelle prime quattro udienze” come contato dai suoi difensori, Giulia Bongiorno e Dario Romano. Il terribile fatto è avvenuto il 17 luglio 2019 in Costa Smerala. Gli accusati sono Ciro Grillo e tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Per loro la giovane “era consenziente”. Lei, invece, raconta un’altra storia.
“Purtroppo siamo costretti a farle domande spiacevoli” aveva detto uno degli avvocati rivolgendosi alla giovane durante la prima giornata davanti ai giudici, a novembre. “Io la ringrazio, ho aspettato quattro anni per dire qualcosa e sinceramente vengo a raccontare la mia storia, se permette” aveva risposto la ragazza. Come racconta la madre e come riporta il Corriere della Sera, i giorni dopo lo stupro la giovane “era solo un corpo che camminava. Sembrava spaccata. È arrivata a dirmi ‘Mamma, sono stufa di sentire il mio respiro’”. Neppure i giorni in aula sono stati semplici per le 19enne, che alle prime domande intime è scoppiata in lacrime, chiedendo: “Ma non possiamo leggere quello che… O devo raccontare tutto?”.
La vittima: “Vedevo ombre e ho cominciato a bere”
Non è stato facile, per la giovane vittima di stupro di gruppo per mano di Ciro Grillo e tre suoi amici, rispondere alle domande dei giudici. Quando le è stata chiesto dell’atto stesso, lei ha risposto: “Non sentivo più il mio corpo… Non è che c’era tutto sto movimento che potevo muovere la testa e tutto quanto… Sennò mi sarei risparmiata di aver questa cazzo di cosa, no? Non mi piace… Ste domande…”. La giovane non si è mai sottratta a nessuna domanda, come spiega il Corriere della Sera. Al quinto e sesto appuntamento, però, si è deciso per l’audizione protetta.
“Condizioni psicologiche peggiorate” recita un’istanza del tribunale con i pareri di esperti di psichiatria e psicologia che hanno aumentato i dosaggi di psicofarmaci. “Mi danno medicinali contro la depressione, degli ansiolitici e anche per dormire” ha raccontato. E ancora, la giovane, ha spiegato di aver abusato di alcol e droghe per “staccare la testa dai miei pensieri” e dalle allucinazioni: “Vedevo ombre, ero sempre in uno stato di allerta”. Della sua vita non le importava più ma ha resistito e oggi si dice “una sopravvissuta” in cerca di giustizia.