È crudo e agghiacciante il racconto fatto dalla 20enne italo-norvegese che accusa Ciro Grillo e i suoi tre amici di stupro di gruppo. È contenuto nel verbale di ricezione di denuncia che la giovane ha sporto il 26 luglio 2019 alla stazione dei carabinieri di Milano Porta Garibaldi. Ed è l’atto che ha dato vita al procedimento per violenza sessuale contro il figlio di Beppe Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. Ne è entrato in possesso La Verità, che così ha ricostruito il racconto della ragazza. La studentessa è in vacanza con la sorella minore, 15enne. I genitori fanno la spola nel weekend. In Sardegna trascorrono le giornate andando a correre, al mare e facendo i compiti. Il pomeriggio escono e la sera cenano a casa. Il 16 luglio però si unisce a loro un’amica con cui avevano trascorso le ferie ad Ibiza. Quella sera vanno a Porto Cervo, tranne la sorellina. «E lì è successo il casino». Tutto sarebbe cominciato quando un amico in comune le invita a ballare. Lo raggiungono a casa sua e poi si recano in un locale sul porto, dove bevono 2-3 drink alcolici ciascuno. Dopo la mezzanotte si recano al Billionaire, dove con quell’amico incontrano un gruppo di ragazzi, tra cui i quattro ora accusati di violenza sessuale. «Ricordo di aver consumato un bicchiere di champagne e una vodka con Redbull». La serata prosegue normalmente e alle 3.30 l’amico in comune va via con una coppia, mentre loro rimangono con i quattro ragazzi sino alla chiusura. Non avendo trovato un taxi disponibile, i ragazzi propongono loro di fermarsi a dormire a casa di Ciro Grillo.
CASO CIRO GIRLLO, LA PRIMA VIOLENZA
Arrivati alla villa di Ciro Grillo, l’amica si mette a cucinare la pasta, mentre Francesco Corsiglia le chiede di accompagnarlo in camera da letto per prendere delle coperte. Ed è qui che subisce le prime avance: «Dapprima mi ha baciato in bocca, ma io l’ho fermato dicendo che non volevo. Lui mi ha detto che “voleva solo scopare”. Gli ho risposto di no e lui ha insistito dicendomi: “Cosa ti costa farmi solo un boc*hino?”. Io gli ho detto ancora di no e gli ho chiesto di tornare di là insieme agli altri». Il ragazzo, secondo quanto emerso dal verbale della ragazza, avrebbe insistito sdraiandosi sopra di lei, ma la 20enne sarebbe riuscita a divincolarsi dalla presa. Tornata dagli altri, mangia con loro. Al termine della spaghettata, si ferma a parlare con Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, poi rientra per dormire e cominciano i problemi. Francesco Corsiglia si sarebbe infilato sotto le lenzuola con lei. «Gli dicevo che non volevo fare nulla, ma lui mi afferrava per i capelli e mi spingeva sotto le coperte indirizzandomi la testa sul suo pene, nel frattempo mi diceva “cagna apri la bocca” e mi chiedeva di fargli sesso orale. Inizialmente cercavo di respingerlo, ma poi, visto che lui continuava a spingermi e a tenermi per i capelli cedevo».
L’ALCOL E LO STUPRO DI GRUPPO
La violenza sarebbe proseguita. Lei ha raccontato di essersi dimenata, ma di non essere riuscita a contrastarlo del tutto perché non si sentiva bene. Dopo 5-10 minuti il giovane interrompe il rapporto e poi torna alla carica in bagno: «Mi ha spinto con la mano il viso contro la parete. Mi teneva con la mano il collo, tenendomi bloccata di spalle a lui e mi penetrava. Per due volte gli ho detto di smetterla, che era un animale, uno stronzo, ma lui ha continuato più forte, tirandomi i capelli e baciandomi sul collo». Lui se ne va e lei scoppia a piangere. Edoardo Capitta e Vittorio Lauria le chiedono il motivo, lei raggiunge l’amica, la sveglia e le dice di essere stata violenta. «Inizialmente non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. R. si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce; io ho ripetuto di andare via perché stavo male e mi avevano violentata, ma lei non mi diceva nulla». Vittorio le avrebbe convinte a restare perché avevano bevuto alcolici. A quel punto Vittorio Lauria comincia a provarci con lei. Sono le 9 del mattino e si dirige verso una bottiglia di vodka: «Mi afferrava con forza la testa, con una mano mi teneva il collo da dietro e con l’altra mi forzava a berla tutta. Sentivo che mi girava la testa dopo aver bevuto, non ricordo bene». Quando gli effetti dell’alcol si fanno sentire, comincia una gang bang con Ciro Grillo coinvolto, ripresa in un video.
IL SILENZIO DELL’AMICA
Vittorio Lauria era davanti a lei, «uno di loro alle spalle iniziava a penetrarmi […] sentivo che si chiamavano per nome tra di loro e si dicevano “ora tocca a me, dai spostati” e sentivo che si davano il cambio». Secondo il racconto della ragazza, ci sarebbero stati 6-7 rapporti. Il racconto di quanto accaduto nella villa di Ciro Grillo si fa ancora più crudo. «Io ricordo che non ci vedevo più, mi girava la testa e continuavo a cadere in avanti. Ho visto nero, da quel momento non ricordo più nulla, ho perso conoscenza». Si sveglia alle 14:45 con l’amica che le chiede come stesse. Durante il ritorno all’alloggio le due amiche non parlano, quindi vanno alla lezione di vite che aveva spostato alle 16 durante il tragitto. Proprio al mastro titolare, che era indisponibile quel giorno, manda un messaggio vocale in cui fa riferimento alla nottata: «No, Marco tranquillo, non ti preoccupare… ehm… ho fatto una cazzata, poi te la racconterò, eh, niente, cioè parliamo un attimo… ehm… mi serve un po’… una dritta diciamo… proprio cinque dita in faccia mi servono, comunque… ehm… sto andando a lezione». E si dice dispiaciuta per l’infortunio, oltre che di volerlo vedere presto. Con l’amica invece non affronta l’argomento né lei chiede nulla. Confida la violenza a un’altra coetanea e a due amiche norvegesi, mentre ai genitori lo fa una volta tornati a Milano. Poi la denuncia e il verbale choc riportato da La Verità.