Si chiude oggi l’inchiesta sull’incidente in cui è rimasto coinvolto Ciro Immobile con l’autista di un tram, Walter Mannoni. Dopo essersi denunciati a vicenda per lesioni stradali, hanno deciso di rimettere reciprocamente le querele. Lo hanno fatto ieri al commissariato di piazza Cavour con i loro legali, l’avvocato Erdis Doraci per il capitano della Lazio e Alessandro Martelli per il conducente del tram. Nel corso dell’udienza di oggi davanti al gip Roberto Ranazzi per l’incidente probatorio, in cui è prevista l’illustrazione della perizia che attribuiva ad entrambi alcune responsabilità, verrà comunicata la decisione. Come evidenziato dal Messaggero, il fascicolo sarà archiviato, in quanto per le lesioni stradali si procede per querela.



La decisione è arrivata all’indomani del deposito della perizia, in base a cui Immobile e l’autista del tram rischiavano entrambi di finire a processo. Quindi, si tratta di una scelta strategica per entrambi, i quali hanno rimesso le querele e contestualmente accettato la remissione della denuncia dell’altro. Stando alla perizia dell’ingegnere Mario Scipione, nominato dal gip nell’incidente probatorio chiesto dalla procura per la ricostruzione dell’incidente, sarebbe impossibile stabilire chi tra Immobile e Mannoni sia passato col semaforo rosso. Ma per il perito una cosa è certa: se l’attaccante della Lazio avesse rispettato i limiti di velocità, forse l’incidente non sarebbe mai avvenuto. Ma il calciatore biancoceleste procedeva a 65 km/h.



IMMOBILE E L’AUTISTA RISCHIAVANO DI FINIRE A PROCESSO

Nell’incidente l’autista era rimasto ferito in modo lieve, così pure Ciro Immobile, che se l’era cavata con un tutore al braccio, invece una delle due figlie del capitano della Lazio aveva riportato conseguenze più pesanti al fegato, infatti era rimasta ricoverata più a lungo. Il calciatore biancoceleste, spiega Il Messaggero, rischiava che gli venissero contestate anche le violazioni delle norme del Codice della strada su velocità e prudenza nei pressi di un incrocio, in quanto avrebbe dovuto tenere una velocità inferiore ai 50 chilometri orari. Non averlo fatto potrebbe avergli impedito di fermarsi tempestivamente per evitare l’incidente, infatti sull’asfalto non sono stati riscontrati segni di frenata riconducibili a una frazione di tempo precedente rispetto all’impatto.



Per quanto riguarda Mannoni, dalla perizia è emerso che, al momento dell’incidente, avrebbe avuto solo 12 secondi per liberare l’area. Anche se il semaforo era funzionante, determinare chi tra Immobile e l’autista del tram non fosse passato col rosso era impossibile. Neppure le dichiarazioni dei testimoni, lo schema dei movimenti e la planimetria dell’impianto hanno permesso di stabilire in maniera univoca quale dei due indagati abbia impegnato l’area con il rosso. Sette persone non sono riuscite a rispondere con certezza, solo una ha riferito che l’autista era passato col verde.