L’omicidio di Ciro Palmieri, il panettiere ucciso a coltellate nel pomeriggio del 29 luglio scorso nel suo casolare a Giffoni, in provincia di Salerno, dalla moglie Monica Milite e da due dei suoi quattro figli (rispettivamente di 20 e 15 anni), ha comprensibilmente scosso l’opinione pubblica e Luca Palmieri, uno dei fratelli di Ciro, ha tenuto a precisare di essere in pensiero per il suo nipotino, che a soli 11 anni ha assistito all’uccisione del papà. Come dichiarato dall’uomo al “Corriere della Sera”, “la vittima vera di questa storia terribile è il piccolino, che resterà scioccato per tutta la vita… Siamo tutti in pena per lui, testimone di un orrore indescrivibile”.
Una scena raccapricciante, sia per la sofferenza provata da Ciro Palmieri negli ultimi attimi di vita, che per il destino dell’11enne, che ha visto la sua famiglia disgregarsi di fronte ai suoi occhi: “Siamo cinque fratelli, Ciro compreso, uniti, affiatati – ha detto Luca Palmieri –. Compatibilmente con la decisione che prenderà il Tribunale dei minori (l’undicenne per ora è affidato ai servizi sociali del Comune, ndr), noi siamo pronti ad accoglierlo. Siamo con lui”.
OMICIDIO CIRO PALMIERI, IL FRATELLO LUCA DESCRIVE I NIPOTI COINVOLTI NEL DELITTO
Nel prosieguo dell’intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, il fratello di Ciro Palmieri, Luca, ha descritto anche i due nipoti coinvolti nell’omicidio del padre: “Sono ragazzi in gamba, affiatati con il papà. Ciro, uomo di campagna, ne era orgoglioso, aveva insegnato loro a cavalcare, portare il trattore, i segreti dei boschi. Sgobbava per farli studiare e ne era stato ripagato. Massimiliano è un bravo studente, appassionato di cinema, d’estate lavorava al Festival di Giffoni. Anche l’altro è bravo. Mia madre, la loro nonna, era incredula quando le ho detto tutto: ho pensato che sarebbe morta per il dolore”.
Intanto il figlio 11enne di Ciro Palmieri è terrorizzato e si è chiuso nel silenzio, al massimo si esprime a monosillabi, ed è seguito dagli psicologi del Comune. Dagli interrogatori dei rei confessi filtrano poche informazioni. Il figlio quindicenne avrebbe detto: “Papà era buono e, assieme, cattivo. Picchiava spesso mamma quando si arrabbiava, spaccando tutto”.