Appena archiviato in gloria il Ferragosto 2021, già le nuvole si stanno addensando sull’industria turistica per i prossimi mesi. I circa 26 milioni di italiani in vacanza, concentrati tra mare & monti, sembra non potranno resuscitare i bilanci difficili delle imprese, private dei milioni di stranieri tra i quali si nascondono gli altospendenti extra Ue. “Abbiamo perso sei mesi, siamo tornati a lavorare solo alla fine di giugno – ha affermato Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria -, ma continua a mancare il grande bacino del turismo internazionale.



E infatti continuano a essere in crisi soprattutto le città d’arte e le strutture di lusso. Il vero banco di prova sarà settembre. Con l’eventuale cambiamento di colori di alcune regioni o altre restrizioni o ancora il green pass nei locali al chiuso (ora in tantissimi posti si può mangiare all’aperto e l’impatto è stato limitato), vedremo e verificheremo soprattutto la ripartenza delle città d’arte, che di fatto sono bloccate da marzo 2020″.



Insomma, un agosto record per le riviere (romagnola e ligure), la Sardegna, la costiera adriatica-abruzzese, Lignano Sabbiadoro, Jesolo, Lago di Garda, Salento, costiera sorrentina e amalfitana, isole siciliane, costiera laziale, e per le montagne di Veneto, Trentino, Valle d’Aosta e Valtellina – secondo i dati di Concommercio -, ancora male invece per le città d’arte, come Venezia, Verona, Roma, Napoli e Firenze, queste ultime tre inchiodate ai numeri dell’anno scorso, pessimo, con almeno la metà degli alberghi rimasti chiusi (unica eccezione Padova, con il nuovo appeal trainato dalla promozione dei suoi cicli pittorici nella World Heritage List dell’Unesco).



“Un pezzo della stagione estiva l’abbiamo salvata – dice Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi -, giugno e luglio non sono andati bene come agosto, ma questo mese ci ha fatto tornare ai livelli di agosto 2019 nelle località di mare. Adesso il problema sarà a settembre quando il turismo internazionale, americano, giapponese, russo, cinese continuerà a non venire e quindi le nostre magnifiche Roma, Firenze, Venezia ricominceranno a soffrire. Adesso stiamo vedendo svizzeri, francesi, tedeschi, europei del Nord che vengono per fare il mare e spesso ci raggiungono con la macchina. Abbiamo bisogno anche degli altri stranieri, che sono poi big spender”.

Albergatori dunque, soprattutto quelli nelle città, ancora in trincea. L’attenzione del ministero al Turismo resta alta, e si concretizza adesso nelle modalità di ripartizione dell’ultimo stanziamento di 400 milioni a fondo perduto (decreto dello scorso 8 agosto), riservato a imprese ricettive turistiche, agenzie di viaggio, to, guide, agenzie di animatori e bus scoperti. Non si tratta di stanziamenti ex novo: è la tranche 2020-2021 che fa capo al fondo istituito col decreto 34 del 2020. Dei 400 milioni, la metà è destinata agli alberghi (e 50 milioni di questi 200 vanno a strutture con fatturati superiori ai 50 milioni), in forfait da mille a 100 mila euro sulla base dei ricavi del 2019 (per chi ha superato in quell’anno i 10 milioni in ricavi o compensi il forfait sarà di 200 mila euro, se il fatturato medio/mese del 2020 risultasse inferiore almeno del 30%). Altri 32.000.000 del 2021 più 128.710.774 del 2020 per un totale di euro 160.710.774 euro sono destinati a to e agenzie; 25 alle guide; 10 agli animatori e 7 ai gestori di bus turistici scoperti.

“È una buona notizia – commenta Bernabò Bocca – che arriva a mitigare, almeno in parte, la preoccupante situazione che si prospetta tra gli imprenditori della ricettività nelle città per i prossimi mesi”. E si ritorna quindi a sottolineare come l’assenza dei turisti extra Ue (restrizioni nei viaggi, mancanza dei corridoi, nessuna universalità dei green pass) finirà per deprimere i buoni risultati estivi, trascinando i conti in basso.

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