Fa discutere il caso di una 41enne albanese, tale Jurida Kukaleshi, a cui è stata negata la cittadinanza italiana per via di un normale tamponamento in auto. Come sottolineato dai colleghi del Corriere della Sera, Jurida vive in Italia da 23 anni, e da diverso tempo attende di divenire a tutti gli effetti italiana, ma un incidente accaduto il 19 marzo 2005, un banale tamponamento nella periferia di Roma e Monterotondo (per cui la stessa albanese è stata condannata nel 2009 a 600 euro di risarcimento per lesioni colpose), glielo sta impedendo. «E dire che con l’anziano che tamponai — racconta la donna — inizialmente concordammo una constatazione amichevole. Ma lui poi ci ripensò e, forse anche per i sette giorni di prognosi messi a referto, preferì adire le vie legali».



Nel 2006, quando avvenne l’amnistia generale, la multa venne definitivamente azzerata: «La multa venne condonata per legge – spiega Alì Abukar Hayo, l’avvocato di Jurida – risultando priva di effetti giuridici», e la signora Kukaleshi ha aggiunto: «Insomma, me ne dimenticai completamente». Peccato però che dal 2017, da quando la 41enne ha chiesto la cittadinanza italiana, continuano a rimbalzarla, visto che dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, le hanno spiegato la presenza di questa condannata datata 25 maggio 2009. «La Signoria Vostra non sembrerebbe aver dato prova — il giudizio nel dispositivo riportato sabato da il Messaggero — di aver raggiunto un grado sufficiente di integrazione nella comunità nazionale, desumibile in primis dal rispetto delle regole di civile convivenza, che si evince anzitutto dalla rigorosa e sicura osservanza della legge penale vigente nell’ordinamento giuridico italiano».



JURIDA, 41ENNE ALBANESE A CUI VIENE NEGATA LA CITTADINANZA PER UNA MULTA: IL COMMENTO AMARO

Ovviamente amareggiato l’avvocato: «In tanti anni di lavoro non ho mai visto una cosa del genere. Ho inviato una memoria di replica al Ministero che ha fissato dieci giorni di tempo per le nostre obiezioni. Negare la cittadinanza per una condanna, dal Giudice di Pace, al pagamento di una multa di 600 euro ha una sapore diverso dalla normalità dei casi. Senza contare che l’amistia ha cancellato tutto».

Ma ancora più rattrista è Jurida, sposata da anni con un romano, con due figli di 11 e 8 anni, e che conduce assieme al marito un’attività legata al turismo: «Abbiamo quattro bus a due piani. Proponiamo ai turisti stranieri tour tra Colosseo, piazza Navona e San Pietro. Ma questi son tempi complicati…». E ancora: «Vivo da 23 anni in questo Paese, lo sento mio; qui ho cominciato a lavorare in un salone di bellezza appena arrivata dall’Albania. Qui verso i contributi e qui, dopo tanti sacrifici, ho avviato con mio marito la nostra attività. Mi hanno detto di no per un tamponamento che nemmeno ricordavo più».