LA “RIPARTENZA” DI CL DOPO L’INCONTRO A ROMA CON PAPA FRANCESCO

L’udienza speciale di Papa Francesco dello scorso 15 ottobre con il Movimento di Comunione e Liberazione segna una “ripartenza”, un «nuovo inizio» per la Fraternità voluta e fondata dal Servo di Dio Don Luigi Giussani: lo dice il Presidente della Fraternità di CL, Davide Prosperi nella lunga intervista al quotidiano dei vescovi “Avvenire” . Già nella lettera inviata a tutti gli aderenti del Movimento (20 ottobre scorso, ndr), il successore di Don Julian Carrón alla guida di Comunione e Liberazione rifletteva su quel “nuovo inizio” spronato dall’abbraccio paterno di Papa Francesco, calando il futuro di CL all’interno dell’attualità sociale, religiosa ma anche politica. «L’udienza del 15 ottobre scorso con il Papa è andato ben oltre ogni possibile aspettativa», spiega al quotidiano della CEI Prosperi, «il sentimento che prevale è la gratitudine. A Dio per il dono di don Giussani e del suo carisma». Il ringraziamento va poi ovviamente al Santo Padre per «le parole affettuose e profonde dedicate a Giussani e per averci indicato non solo il punto cui dobbiamo tendere ma anche la strada per arrivarci».



L’incontro con Papa Francesco avvenuto in una Piazza San Pietro gremita lo scorso 15 ottobre ha rappresentato per Comunione e Liberazione «in modo chiaro e anche esplicito il mandato che la Chiesa consegna al movimento. Ci è stata chiesta una vera e propria conversione per riscoprire la grazia del carisma ricevuto da Giussani e per godere ancora di più della bellezza della compagnia di Cristo nella nostra comunità, così da poterla comunicare a tutti». Secondo Davide Prosperi, padre di quattro figli e docente biochimica, ora si gioca tutto sull’iniziativa di ogni singolo aderente alla Fraternità: «quanto più noi saremo disponibili a seguire i passi che ci ha indicato papa Francesco tanto più la nostra compagnia sarà un luogo vivo di luce, di unità e di speranza, per tutta la Chiesa e l’umanità». Come spiega ancora all’Avvenire il Presidente di CL, «Quello che stiamo vivendo, a mio parere, non è più un periodo di transizione ma rappresenta un nuovo inizio. Il Papa e la Chiesa sono intervenuti con autorità dicendoci: siamo con voi, camminiamo insieme. Per me questo è il periodo del rilancio».



GIUSSANI, LA GUERRA E IL NUOVO GOVERNO: IL PUNTO DI PROSPERI (PRESIDENTE FRATERNITÀ CL)

Papa Francesco ha ribadito nell’Udienza speciale in San Pietro come davanti alle divisioni e contrapposizioni degli ultimi mesi, va riaffermato un principio: «Il Papa ci ha ricordato che don Giussani è un bene, un valore, un dono per tutta la Chiesa, non una proprietà nostra. Dopo la morte del fondatore, come ha detto il Pontefice, non deve stupire che ci siano momenti di sbandamento, di difficoltà, anche di interpretazioni differenti su quello che si è vissuto». La vicinanza del Vaticano tramite l’arcivescovo di Taranto Mons. Filippo Santoro e lo stesso Dicastero per i laici, la famiglia e la vita hanno accompagnato negli scorsi mesi il Movimento di CL all’interno delle problematiche emerse: spiega ancora Prosperi, «noi ci siamo affidati. Credo che la fiducia reciproca sia la condizione fondamentale di questa nuova fase. Se nel tempo non prevale la certezza che a governare tutto è lo Spirito di Dio attraverso la Chiesa che ha voluto, alla lunga si arriva alle incomprensioni e agli attriti». In quell’udienza in San Pietro, racconta chi su quel palco c’era ed è pure intervenuto come il Presidente della Fraternità, «ho visto chiaramente che nulla dipende da noi, è un Altro che opera. Il popolo presente ha mostrato che questa storia, questa realtà, è stata ed è voluta da Dio, In questo senso sono sereno, certo e al tempo stesso impegnato, con tutti i miei limiti, a rispondere del compito che mi è stato affidato».



Prosperi illustra la strada davanti dopo il “nuovo inizio” avviato dal Santo Padre: «Credo che la strada che si apre adesso sia innanzitutto quella della missione: nei vari ambienti della società, com’è sempre stato sin dalla nostra origine, e nel mondo. In particolare, nei luoghi di povertà, come ci ha chiesto il Papa, nei luoghi di bisogno dell’uomo, dove c’è solitudine». Tappe fondamentali e necessarie fissate da Comunione e Liberazione per il prossimo futuro riguarda il rinnovamento dell’impeto missionario che si traduce però in tre dimensioni cruciali per Davide Prosperi, cultura, carità e missione in senso stretto: «Credo che la strada che si apre adesso sia innanzitutto quella della missione: nei vari ambienti della società, com’è sempre stato sin dalla nostra origine, e nel mondo. In particolare, nei luoghi di povertà, come ci ha chiesto il Papa, nei luoghi di bisogno dell’uomo, dove c’è solitudine». Guerra, post Covid, bollette ed emergenza sociale: con l’avvento del nuovo Governo Meloni, il Presidente di CL nel commentare su “Avvenire” sottolinea come «Se io dovessi dire qualcosa alla nuova maggioranza che sta iniziando a governare, parlerei di responsabilità verso l’intero Paese, non solo nei confronti di chi li ha votati. E questo comporta un senso di coscienza e di conoscenza delle necessità e delle esigenze di tutti». Come anche accennato nel suo discorso programmatico dalla neo Presidente del Consiglio, per Comunione e Liberazione occorre rilanciare quella «cultura sussidiaria», per cui «la nuova maggioranza lasci spazio all’iniziativa che sorge dalla società civile». Come “consiglio” spassionato per cominciare a contribuire attivamente alla vita sociale, Prosperi illustra l’educazione come «l’urgenza più grave, ancora di più della crisi energetica». Educazione che è in fondo il vero lascito spirituale e carnale di Don Luigi Giussani: «Oggi ci si interroga su cosa fare per arrivare al cuore degli uomini del nostro tempo, così incapace di avere la minima certezza su qualsiasi cosa. Però la storia ci dice che mentre i regni e gli imperi sono crollati, la Chiesa rimane. E rimane perché il contenuto del suo messaggio non è un’ideologia ma la presenza di Cristo. Giussani su questa presenza ha scommesso ogni istante, ed è questo che anche noi ora siamo chiamati a fare, imitando lui. Niente di più. Sembra poco, ma è tutto», conclude Prosperi su “Avvenire”, «Il Papa ci ha ricordato che don Giussani è un bene, un valore, un dono per tutta la Chiesa, non una proprietà nostra».