Fanno rumore le parole choc scritte da Alan Fabbri, sindaco leghista di Ferrara, in un post su Facebook in cui definisce i “clandestini un tumore da sradicare”. Fabbri ha commentato sul social la notizia del “rigetto di 134 permessi dall’inizio dell’anno e di 12 revoche di permessi di soggiorno” nella sua città avvenuti “quasi tutti per motivi legati alla pericolosità sociale e clandestinità di chi aveva chiesto protezione internazionale”. E parlando proprio dei clandestini, Fabbri ha proseguito, rincarando ulteriormente la dose: “Per noi non sono né risorse né persone da integrare a nostre spese. Sono solo un tumore da sradicare”. Come spiega Repubblica.it, il primo cittadino molto vicino politicamente a Matteo Salvini, si è rallegrato nel leggere i numeri forniti dalla Questura circa i permessi di soggiorno, ricordando come “Prima di ogni diritto ci sono doveri da rispettare”. Poi ha proseguito nel sostenere il suo punto di vista tuonando ancora via social: “Se chiedi la protezione internazionale la devi meritare, lavorando onestamente e rendendoti utile alla collettività che ti ospita. Clandestini, violenti, spacciatori e bivaccatori seriali, che altro non fanno che rendere meno sicura la nostra città, non possono pretendere alcun diritto, devono solo tornare da dove sono venuti”.
FRASE CHOC ALAN FABBRI SU CLANDESTINI: LE REAZIONI
I dati ai quali fa riferimento il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri, possono essere facilmente consultati dal sito della Questura. In molti casi si tratta di permessi di soggiorno non rinnovati a chi ad esempio ha perso il lavoro e non può più mantenersi, diventando così clandestino sul territorio italiano. Meno di un decimo, invece, le revoche motivate da reati commessi. Ovviamente le parole del primo cittadino leghista hanno scatenato le reazioni del mondo politico. Il deputato dem Luca Rizzo Nervo ha commentato: “Oggi il sindaco di Ferrara ci ha donato una delle sue perle: fa un post in cui confonde la richiesta di protezione internazionale con la richiesta di permesso di soggiorno”. Nervo ha proseguito, come riferisce Repubblica.it: “Non si capisce per cosa esulti il sindaco – salvo considerare un’eccezione il fatto che le istituzioni abbiamo compiuto il proprio dovere – tanto meno cosa c’entri la protezione internazionale con il lavoro, il rendersi utile, il saperlo meritare, essendo un diritto riconosciuto a chi ne ha i requisiti e non uno scambio”. Ed infine ha definito l’intervento di Fabbri “oltre che populismo” anche “odio”.